Ernesto Nathan

ERNESTO NATHAN, PROFILO POLITICO E PROFILO MASSONICO

Ernesto Nathan con la sua personalità multiforme influenzò la sua epoca sia sotto l’aspetto politico sia sotto l’aspetto massonico.
Volendo definire Ernesto Nathan per aggettivi potremmo qualificarlo come ebreo di origine inglese, cosmopolita, repubblicano- mazziniano, massone, laico e anticlericale.
Per rendere più comprensibile la sua storia ritengo necessario scindere l’aspetto politico da quello massonico anche se poi, come vedremo, la vita e le azioni del Nathan profano sono ispirate dagli stessi principi che regolano la vita del Nathan libero – muratore.
C’è un punto di congiunzione tra i due profili che è sancito dal discorso che Nathan quale Sindaco di Roma pronunciò il 20 settembre del 1910 per celebrare il quarantennale della Breccia di Porta Pia.

Il profilo politico:
Ernesto Nathan nacque a Londra il 5/10/1845 dalla pesarese Sara Levi e da Meyer Moses Nathan, agente di cambio.
Il padre morì nel 1859 quando Ernesto Nathan era poco più che quattordicenne.
Dopo la morte del padre si trasferì con la madre in Italia.
In questi anni Nathan subì fortemente l’influenza di Mazzini e del suo pensiero.
Giuseppe Mazzini era amico della mamma di Nathan e frequentava la famiglia Nathan sin dai tempi londinesi.
Infatti il padre di Ernesto Nathan quale esponente della massoneria britannica organizzò il soggiorno londinese di Giuseppe Mazzini
Nel 1870 Nathan giunse a Roma e divenne amministratore del giornale mazziniano La Roma del Popolo.

Arrivò a Roma in un periodo cruciale.
Infatti il 20 settembre del 1870 le truppe regie comandate da Raffaele Cadorna riuscirono ad avere la meglio sulle truppe pontificie a Porta Pia
E nell‘ottobre del 1870, dopo il plebiscito, Roma fu definitivamente annessa all’Italia.
Nel 1872 Giuseppe Mazzini morì nella casa della sorella di Ernesto Nathan, Giannetta Nathan Rosselli.
Da quel momento Ernesto Nathan si sentì investito dell’eredità di Mazzini e ispirò la sua vita politica alla lotta contro l’analfabetismo, contro la povertà diffusa e si prodigò per l’emancipazione della classe lavoratrice.
Ernesto Nahan ebbe la prima esperienza politica ufficiale a Pesaro ( città di origine della madre) ove ottenne dapprima la cittadinanza onoraria e ove ricoprì la carica di consigliere provinciale dal 1889 al 1895.
Nel 1898 Nathan divenne consigliere al Comune di Roma e poi venne nominato assessore all’Economato e ai Beni Culturali.
Nathan si avvicinò alla vita politica romana in un momento in cui la capitale stava subendo una incontrollabile crescita edilizia e demografica.
Un dato su tutti è emblematico Roma nel 1871 contava 226.000 abitanti mentre nel 1900 circa 500.000.
C’erano ovunque in atto delle frenetiche attività edificatorie per la costruzione di nuovi quartieri residenziali e di grandi edifici pubblici.
In realtà Roma era preda di enormi speculazioni edilizie che venivano consumate a danno dell’immenso patrimonio storico ed artistico ( numerosi furono gli edifici di epoca romana abbattuti per dar luogo a questa urbanizzazione selvaggia).
In questo clima Ernesto Nathan propose un’alleanza elettorale tra repubblicani, radicali e socialisti che sarà denominata Blocco Popolare.
Con questa lista Ernesto Nathan divenne Sindaco di Roma nel 1907 con un’ampia maggioranza.
Fu il primo Sindaco di Roma estraneo alla classe dei proprietari terrieri.
La Sua amministrazione durò sino al 1913 e fu improntata ad un forte senso di etica pubblica e fu ispirata dai principi mazziniani.
Cercò in primo luogo di governare e quantomeno limitare la gigantesca speculazione edilizia facendo approvare nel 1909 il primo piano regolatore della città individuando le aree da urbanizzare fuori dalla città stessa.

Questo piano regolatore ostacolò l’ingordigia dei costruttori romani dell’epoca che facevano parte della nobiltà papalina.
Municipalizzò i servizi pubblici più importanti dai trasporti, all’acqua sino alla luce.
Realizza la Galleria del Traforo e dei Nuovi ponti sul Tevere,.
Per il cinquantenario dell’Unità d’Italia nel 1911, Nathan, sfruttando tutti i finanziamenti pubblici possibili, inaugurò il Vittoriano, il Palazzo di Giustizia ( meglio noto come Palazzaccio) e lo Stadio Nazionale ( oggi conosciuto come Flaminio) Meritorio fu poi il suo impegno per l’incremento dell’istruzione.
Durante l’Amministrazione Nathan furono aperti 150 asili comunali per l’infanzia che fornivano anche la refezione.
Furono costruite scuole elementari in tutti vecchi rioni.
Furono costruite nel Rione Testaccio case popolari con assistenza scolastica e sanitaria.
Del resto Ernesto Nathan, grande assertore della laicità dello stato era solito ripetere” Per ogni nuova Chiesa che vedremo sorgere, noi costruiremo un’altra scuola”.
Un aneddoto che val la pena di ricordare narra che Nathan, dopo la sua elezione a Sindaco, esaminò attentamente il bilancio comunale.
Quando lesse la voce di spesa “Frattaglie per gatti “ chiese spiegazioni.
Il funzionario gli spiegò che si trattava di fondi per il mantenimento di una colonia felina che doveva difendere dai topi i documenti custoditi negli uffici e negli archivi capitolini.
Nathan cancellò la voce dal bilancio e disse che da quel momento i gatti avrebbero dovuto sfamarsi con i topi altrimenti sarebbe cessato lo scopo della loro presenza.
Da qui deriverebbe il detto romanesco “Nun c’è trippa per gatti “.
Dopo lo scoppio della Grande Guerra Nathan fu assertore dell’intervento dell’Italia contro gli Imperi centrali per completare il processo di unità nazionale.
Il suo irredentismo era così forte che Nathan rientrò in Gran Bretagna e si arruolò prestando servizio prima in un reggimento dell’esercito britannico e poi come elemento di raccordo tra l’esercito ed una Sezione della Croce Rossa.
Ernesto Nathan morì nel 1921 a 76 anni e le sue spoglie mortali riposano al Cimitero Monumentale del Verano.

Il profilo massonico:
Ernesto Nathan entrò in Massoneria il 24 giugno 1887 nella Loggia Propaganda Massonica.all’Oriente di Roma e venne iniziato dal Gran Maestro del Grande Oriente D’Italia, Adriano Lemmi.
Sul finire del 1800 la Massoneria italiana contava solo 150 logge ma partecipava attivamente alla vita politica del Paese annoverando tra le sue fila numerosi ministri, deputati e uomini politici.
Da una parte questo connubio influenzò positivamente i governi dell’epoca spingendoli a varare riforme sociali per una più equa distribuzione dei redditi e della proprietà terriera.
Dall’altra gli stretti rapporti di amicizia e di fratellanza che legavano il Gran Maestro Adriano Lemmi ed il capo del governo Francesco Crispi portarono ad un palese attivismo politico che si tradusse nella partecipazione di esponenti massonici, tra i quali lo stesso Lemmi, in operazioni politiche ed economiche non troppo limpide.
Nathan assunse una posizione di critica rispetto ai rapporti tra Lemmi e Crispi.
Il 2 giugno 1896, a seguito delle dimissioni della giunta Lemmi, Ernesto Nathan divenne Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia.
Nathan prese le redini di una istituzione spaccata ma furono subito chiari i suoi principi ispiratori nel discorso che rivolse a tutte le logge massoniche quando assunse il Supremo Maglietto della Massoneria.
In particolare sono tre i punti del discorso che mi sembra giusto ricordare per comprendere il pensiero di Ernesto Nathan quale libero muratore:
1) “ Si dice che siamo consorteria coalizzata per facilitare la soddisfazione degli egoismi affiliati: è menzogna.
Siamo famiglia e nell’affetto reciproco ci stendiamo la mano l’un l’altro per confortarci nelle sventure e nei dolori, per sorreggerci quando per le aspre vie della vita sentiamo travolgerci in basso; ma famiglia che non può né suole rinserrarsi intorno al focolare, sorda ai gemiti che si alzano intorno; La Massoneria è mutua assistenza per poter essere pubblica assistenza…..”
2) “ Sia lontano da noi il pensiero di infiacchire la fede che innalza e purifica e sprona al bene; sia invece lavoro di ogni giorno, d’ogni ora il combattere senza tregua i trafficanti di tutte le confessioni che, speculando sulla credulità e sull’ignoranza, commerciano in spirituali promesse per batterle con interessi temporali”
3) “ Né dimentichiamo quanto è geloso l’ufficio a cui siamo chiamati dall’indole e dai fini dell’Ordine, né la moltitudine di coloro i quali anelerebbero di unirsi a noi. Sia ponderata la scelta, fitto il vaglio per sceverare i più degni; esercito di milioni sparso nel mondo, la nostra forza non è nel numero ma è nei fini chiamati a promuoverli.

Dall’esame delle affermazioni contenute nel discorso di Ernesto Nathan all’insediamento quale Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia si comprende che i principi cardine cui ispirò il suo mandato sono quelli della apertura della Massoneria alle problematiche sociali del tempo, dell’ affermazione della laicità come principio imprescindibile e della necessaria e rigorosa selettività dei bussanti.
Nathan quando assunse l’incarico di Gran Maestro trovò una Massoneria spaccata, agitata dagli scandali., troppo vicina agli interessi politici e assolutamente lontana dai valori esoterici.
Nathan si prodigò per trasmettere alla Massoneria italiana i valori supremi della libertà, dell’onestà e della giustizia sociale.
L’opera moralizzatrice perseguita da Nathan in uno con la diminuzione delle tasse per la capitazioni d’ingresso contribuirono ad un sostanziale aumento dei Fratelli attivi e all’incremento del numero delle Logge che nel 1902 raggiunsero quota 200.
Il Gran Maestro Nathan si dimise dalla carica il 15 novembre del 1903 con un atto di estrema responsabilità quando venne incolpato, ingiustamente, di aver aiutato un Fratello accusato di omicidio a sfuggire alla giustizia ordinaria.
Nathan ricoprì nuovamente la carica di Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia dal 1917 al 1919.
Emblematico fu il discorso che Ernesto Nathan tenne quale Sindaco di Roma il 20 settembre 1910 dinanzi alla Breccia di Porta Pia nell’anniversario del quarantennale della presa di Roma.
Il discorso pronunciato da Nathan ci aiuta a comprendere il suo anticlericalismo
Anticlericalismo che in Nathan non è assolutamente di facciata o di comodo ma frutto di una attenta analisi delle problematiche della sua epoca .
Alcuni stralci del discorso possono aiutarci a capire e forse a giustificare l’asprezza dei toni usati dal Nathan nei confronti della Chiesa del tempo.
“ Di lì del pregiudizio del dogma, ultimo disperato sforzo per eternare il regno dell’ignoranza, scende, da un lato, l’ordine ai fedeli di bandire dalle scuole la stampa periodica, quella che narra della vita e del pensiero odierno; dall’altro risuona tonante la proscrizione contro gli uomini e le associazioni desiderose di conciliare le pratiche e i dettami della loro fede, con gli insegnamenti dell’intelletto, della vita vissuta, delle aspirazioni morali e sociali della civiltà”

“ Nella Roma di un tempo non bastavano mai le chiese per pregare, mentre invano si chiedevano le scuole; oggi le chiese sovrabbondano, esuberano e le scuole non bastano mai! Ecco il significato della Breccia o cittadini,. Nessuna chiesa senza scuola!.”

Dopo questo discorso, il Papa Pio X attaccò pubblicamente il Sindaco Nathan reo di aver oltraggiato la Chiesa e di aver calpestato i diritti della Sovranità Pontificia.
Nathan di fronte al violento ed ingiustificato attacco del Pontefice inviò una lettera di chiarimento ai direttori dei giornali cittadini.
Nathan spiegò con toni calmi e misurati la sua posizione .
Scrisse il Sindaco Nathan “ Se ho offeso i doveri dell’Ufficio mio spetta il giudizio al Tribunale; se ho offeso i doveri dell’ufficio mio spetta il giudizio alla cittadinanza; se ho offeso la Religione, la coscienza tranquilla, senza intermediario, risponde innanzi a Dio”.
Mi piace concludere questa tavola su Ernesto Nathan riportando un suo concetto che può essere anche inteso come una provocazione ed uno stimolo ai fratelli per un dibattito.
Nathan riteneva che la fine del Medioevo coincidesse con l’avvento dell’Illuminismo e non con la scoperta dell’America nel 1492 .
Sosteneva, infatti, Nathan che gli illuministi nel diciottesimo secolo sono stati i primi a promuovere il miglioramento della società grazie alla battaglia contro l’ignoranza e all’affermazione di principi quale libertà, eguaglianza e fratellanza.
Vorrei , infine, sottolineare un aspetto che ho apprezzato di Nathan come profano e come massone, il suo assoluto rigore morale e la sua rettitudine.
Valori e principi che concretamente perseguì sia come Sindaco che come Gran Maestro del G.O.I.
Purtroppo merce sempre più rara.

R.:L.: Resurrezione 144 all’Oriente di Civitanova. È lo spirito che la anima.
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