Oriente eterno

ORIENTE ETERNO (DALLA CADUCITÀ TERRENA ALL'ETERNITÀ)

Ringraziamo ancora nostro Fr. G.T. che continua ad essere presente ai Lavori della ns. Officina non solo moralmente, ma anche concretamente. Ci ha inviato un altra sua tavola utile per la costruzione del Tempio.
Tutti noi lo ringraziamo commossi nella speranza che il G.A.D.U. ci dia la forza di seguire il suo esempio.

L’oriente eterno per un massone non significa solo lo stato della morte, ma ha un significato ben più profondo: significa il passaggio dalla caducità terrena all’eternità, dal contigente al trascendente in un eterno divenire. È una condizione, uno stato eterno della vita, in cui permane uno stretto contatto con i fratelli della loggia: questo comporta un superamento della concezione della morte profana. Nella cerimonia massonica, attraverso un simbolismo molto specifico, si confermano i concetti della fratellanza universale, della rinascita e della
ricostituzione dell’unità spirituale della loggia.
Si stabilisce, quindi, un rapporto di continuità con il fratello che non c’è più, un ideale presenza tra i fratelli della loggia, una comunicazione tra la vita e la morte e una continuità di fratellanza oltre la morte con una presenza simbolica della catena d’unione.
Il rito funebre massonico si inizia a Mezzanotte per significare le tenebre più profonde in attesa dell’alba che rappresenta la rinascita della vita, simboleggiata dal sole.
Nella cerimonia il Mestro Venerabile picchia un debole colpo con il maglietto a significare la nascita dell’uomo; il Primo Sorvegliante invece batte un colpo forte per simboleggiare la forza vitale e il Secondo Sorvegliante batte un colpo debole che ricorda l’ultimo respiro.
Uno degli anelli della catena d’unione si è interrotta e la parola è perduta del fratello passato all’oriente eterno, ma per ripristinare la conmunicazione, viene invocato il Grande Architetto dell’Universo che viene indicato come Fuoco che concepisce e faconda ogni vita, come il Fine in cui ogni esistenza ritorna a Lui per reintegrarsi nell’Uno.
Quindi, c’è un bisogno di purificazione per accedere all’eternità, che viene attuata col simbolismo dell’incenso; questo – simbolo di una funzione sacerdotale – permette di innalzare la preghiera al Grande Architetto dell’Universo e contemporaneamente le frode di acacia – simbolo di rinascita che vengono poste sul catafalco, affinché le sue virtù e la sua testimonianza si riversino sui fratelli aiutandoli nella ricerca della verità e della luce.
C’è in questo rito anche un profondo insegnamento per la loggia: perché vi è una etica della morte, oltre che della vita, una sua consapevolezza e una lezione educativa per i fratelli.
Si ricompone la catena d’unione nella certezza della creazione perenne e che dalla decomposizione della vita – così come avviene in natura – possa rinascere la vita stessa: nulla si disperde in natura.
I fratelli da questo rito funebre traggono una purificazione nell’amore (simboleggiato dal Fuoco) e aprono all’interiorità e all’introspezione. Pertanto, i fratelli prendono coscienza della spiritualità della cerimonia e la fanno propria, nella consapevolezza di ricrearsi in uomo nuovo nell’unità divina.
La catena d’unione, quindi, non si interrompe mai e – se il tutto è Uno – neanche dinanzi alla morte, ma anzi viene interpretata come energia positiva e vitale; le spoglie del fratello morto vengono idelmente purificate dal Fuoco interiore per essere modificate.
Il Fuoco rapprenta nell’universo massonico un elemento di purificazione, di creatività, di conoscenza, di fecondità e di energia.
Nel linguaggio alchemico il Fuoco è inteso come una sostanza pura, incorruttibile, eterna, umido, carico di vapori, etereo e indispesabile per la creazione dell’Universo, simboleggiato dalla Fenice che rinasce sempre dalle sue ceneri: questo è inteso in armonia con i principi del G.A.D.U. e rappresenta l’immortalità, la resurrezione e la rinascita continua. Il Fuoco – inteso come Logos da Aristotele – è un elemento di purificazione e brucia internamente in ognuno dei fratelli, in modo che, dopo aver bruciato tutte le scorie materiali, si congunga alla fonte da cui è provenuto.
Per Eraclito era il principio primordiale di tutto l’universo che viene distrutto a intervalli prestabiliti e per poi ricostituirsi: tutte le cose che nascono dalla condensazione e dalla rarefazione.
In sostanza, il Fuoco rappresenta nel mondo massonico un elemento simbolicamente indispensabile per la purificazione e la rigenerazione interiore – che è poi il percorso dell’iniziato che conquista la verità e la luce – e ha la la caratteristica di riportare i corpi al loro stato primordiale per poi intraprendere di nuovo il processo vitale in una continuità infinita.

R.:L.: Resurrezione 144 all’Oriente di Civitanova. È lo spirito che la anima.
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R.·.L.·. RESURREZIONE 144