Claustrum

IL CLAUSTRUM E L’HORTUS CONCLUSUS, LUOGHI DI RIFLESSIONE, ARMONIA E RICONCILAZIONE CON SE STESSI

“Noli foras ire ,in te ipsum redi,in interiore homine abitat veritas” .

Agostino da Ippona .

La citazione di Agostino non e’ casuale . Il percorso iniziatico dell’ apprendista prevede la lettura e l’ interpretazione di un acronimo: VITRIOL. e ogni Massone fa’ suo questo principio quando aderisce alla Libera Muratoria . I valori di cui sara’ interprete vengono da lontano ,dalle radici della civilta’ occidentale .

Ci riuniamo nel Tempio per crescere,progredire e recuperare l’ armonia con noi stessi e con gli altri che il mondo profano insidia e a volte sottrae anche ai migliori di noi .
L’ argomento della Tavola riprende questo tema spostando la nostra attenzione sul mondo del monachesimo occidentale . Dobbiamo al lavoro degli amanuensi e alla rigida disciplina degli scriptoria un’ eredita’che sarebbe andata perduta .I codici miniati costituiscono la preziosa testimonianza della fatica dei monaci. , Il lavoro ,un tempo appannaggio degli schiavi , fu trasformato da San Benedetto in fonte di riscatto e attestazione della dignita’ dell’ uomo .I volumi conservati nelle biblioteche, negli archivi e nei musei di tutt’ Italia e di buona parte d’ Europa ci hanno trasmesso le origini ,la matrice della nostra identita’ . Vi colpiranno alcune analogie e alcune declinazioni in chiave religiosa della ricerca e delle esigenze spirituali che caratterizzano l’Istituzione alla quale apparteniamo . Il lavoro che sottopongo alla vostra attenzione attinge ad una pubblicazione periodica che leggo sempre con interesse .Ha ispirato uno dei miei lavori e per alcuni tratti la riprendo integralmente.

La caratteristica dominante del monachesimo occidentale fu il suo carattere comunitario. La dimensione della comunita’ variava dai dieci ai cinquanta componenti .La regola imponeva che l’ abate conoscesse bene i monaci : doveva porsi nei loro confronti come padre e guida spirituale .
Il monastero era idealmente separato dal mondo .

La sua distinzione materiale e simbolica dall’ esterno veniva realizzavata da spazi impervi o deserti e dal muro di recinzione .Spesso si trattava di una possente cinta muraria destinata a difenderlo da predoni ,mercenari e dalle soldataglie dei feudatari , dei principi e dei re . Le milizie di Fortebbracio da Montone sterminarono i monaci della Badia di Chiaravalle di Fiastra : non e’ il solo esempio della storia .

All’ interno dei monasteri c’ erano pozzi ,orti ,giardini ,chiostri e una vegetazione ricca di fiori e frutti.

Il lavoro della terra si alternava allo studio ,all’ apprendimento e alla trascrizione in codici miniati delle principali testimonianze della cultura e della civilta’ degli antichi. La cura della terra promosse lo sviluppo di spazi destinati esclusivamente alla coltivazione di piante aromatiche e medicinali .

Il giardino sarebbe divenuto fondamentale per la cura del corpo e della mente dei monaci ,degli ospiti ,dei malati , motivo di particolare attenzione nella regola di Benedetto da Norcia , fondatore della civilta’ occidentale . Nel giardino avrebbero trovato spazio anche i fiori destinati all’ ornamento dei luoghi di culto e gli ortaggi e i frutti per la mensa .
Sempre nella regola di Benedetto e’ prescritto che ogni comunita’ monastica si doti di adeguate riserve d’ acqua e di un “hortus”.Chi conosce Piedivalle di Preci e dintorni corre con il pensiero alla “fonte monaca “,utilizzata dal 1930 per servire l’ abitato di Preci : il rumore della cascata sottolineava il silenzio della vita monastica e accompagnava il salmodiare dei frati durante le cerimonie religiose , nel lontano medioevo. Un pozzo o una fonte posti al centro del chiostro rappresentavano l’ allegoria del Cristo sorgente di vita .

Un albero piantato accanto al pozzo richiamava l’ Albero della Vita del libro della Genesi .
In genere dalla fonte o dal pozzo si dipartivano in modo cruciforme corsi d’ acqua e sentieri ,come i fiumi del mondo descritti nel primo libro della Bibbia.
Nel secondo cortile dell’ abbazia di Sant’ Eutizio sopravvivono frammenti dell’ antica “fonte monaca” .L’ acqua si lega al giardino e ne richiama la simbologia di paradiso in terra , di giardino dell’ Eden. Ci suggestiona e ci colpisce ancora oggi non solo per le delizie estetiche con le quali gratifica i nostri occhi ma per l’ aspirazione che nutriamo a vivere in un mondo privo di ferocia ,di malattie , vecchiaia ,privazioni…

Il giardino e’ per definizione il luogo dell’ innocenza e della giustizia . E’ li che il disorientamento dell’ uomo si stempera , l’ individuo si riconcilia con la vita e ne recupera il senso. Per questo si puo’ dire che l’ hortus e il claustrum simboleggino la ricerca interiore ,la meraviglia dell’ uomo , il piacere della riconquista di una dimensione dispersa nel vivere profano , affrettato , caotico, rumoroso , condizionato da falsi scopi e dalla perdita della propria identita’ .

Se percorrete con la mente la storia della nostra civilta’ e la rappresentazione che ne hanno dato nei secoli gli artisti italiani ,troverete frequenti riferimenti al giardino e alla simbologia imperniata sulle sue rappresentazioni:alludo agli eventi fondamentali della storia dell’ umanita’ nell’ ottica della tradizione giudaico cristiana .
Nella pubblicazione dalla quale ho attinto i miei argomenti si individuano tre caratteristiche fondamentali che il giardino ( e la simbologia che lo distingue da altri luoghi) deve avere :
1) deve essere limitato e chiuso,riconoscibile rispetto alla realta’ circostante , a cio’ che e’ “ non giardino”;
2) deve esser caratterizzato da un’ armonia particolare tra natura e coltura :
la volonta’ dell’ uomo contiene lo sviluppo spontaneo della flora ed esercita un
controllo che traspare dall’ aspetto di questo luogo. Nel giardino l’ interazione
tra individuo e natura si perfeziona continuamente ;
3) deve equilibrare tra loro in precisi limiti cio’ che ‘e’ naturale e cio’ che e’ umano
in un rapporto armonioso ,bilanciato. Attraverso questo processo di elaborazione che anticipa l’ architettura dei giardini moderni piu’ raffinati e “ pensati”,il giardino della comunita’ monastica diviene uno spazio inviolabile e sacro . In termini spaziali ,il suo modello e’ l’ Eden vigilato dall’ Arcangelo dalla spada fiammeggiante : se considerato uno stato ,una condizione , non potra’ che identificarsi con il giardino dei beati o il “ giardino dell’ anima “, inattaccabile da dolori e passioni .
Il giardino e’ intatto: non come la cupa e impenetrabile foresta ,dotata di una verginita’ naturale che connota la natura nemica ,aspra,selvaggia : la natura del giardino possiede una verginita’ recuperata , iniziatica , rappresenta nello stesso tempo un approdo e un punto di partenza.
L’iniziazione e’ analoga a quella alchemica legata all’ orto dei semplici , processo nel quale si muore bambini ,vale a dire profani ed ignoranti , per rinascere vecchi , cioe’ ricchi di conoscenze e di saggezza .

Se rileggete l’ Antico Testamento ,il “ libro “ per eccellenza di due delle religioni monoteiste ,Adamo nasce adulto nell’ Eden : la natura e’ predisposta a riceverlo, ed e’ li che il primo uomo riceve la scienza che gli consente di conoscere gli animali e dominarli . Conoscere il nome degli esseri viventi e

delle cose equivale ad esercitare il potere .L’uomo contemporaneo cerca il “giardino” per sfuggire al frastuono ,percepire il respiro vitale della terra, liberare il pensiero e veder maturare i frutti del lavoro . Oggi si torna alla coltivazione degli orti monastici piccoli e grandi , : anche nei chiostri di quelli che un tempo erano monasteri ed oggi sono edifici pubblici .La destinazione di questi luoghi e’ soprattutto spirituale : sono orti e chiostri nei quali si riflette e si contempla : nell’ orto e nel giardino si recuperano le regole monastiche e dell’ agricoltura degli antichi che con la terra avevano un rapporto filiale ,intenso ed immediato. L’”hortus “ recupera la sua funzione di struttura vivibile e viva e restituisce valori e un senso alle azioni di uomini distratti ed alienati da miraggi e false prospettive: quelle del mondo profano.
Il fascino delle antiche abbazie risiede nella loro bellezza e nell’ equilibrio ,nell’ armonia che ispirano a chi le abita e ai visitatori che possono apprezzarne il messaggio .Nelle abbazie vivevano e vivono tuttora comunita’ di uomini distaccati dal superfluo e dal futile , autosufficienti e rigorosi nel loro stile di vita sobrio,concentrato su valori di ampio respiro,che superano la banalita’ del contingente .
Il fulcro di questi microcosmi era ed e’ il chiostro ,il “ claustrum” ,luogo chiuso, riservato e silenzioso ma tutt’altro che tetro ,simile alla corte delle abitazioni tradizionali del mondo latino e mediterraneo.La vita monastica si svolgeva e si svolge ancora adesso intorno al chiostro: gli edifici del monastero si aprono nel chiostro: la sala capitolare , la chiesa , il dormitorio , il refettorio,i magazzini .
In genere l’ infermeria era collocata a breve distanza e quando possibile separata dagli altri edifici : spesso era la residenza dell’ abate o del priore .
Il complesso era situato in prossimita’ dell’acqua ,canalizzata in modo sapiente : giungeva prima alle fontane ,poi alla cucina ,quindi alla lavanderia , infine alle latrine .
Alla foresteria per gli ospiti era collegata spesso una cappella per i visitatori .La chiesa del monastero era quasi sempre destinata solo ai monaci e preclusa ai curiosi.
La portineria poteva assumere le caratteristiche di un vero corpo di guardia ,le cucine erano grandi ed articolate .

In una Tavola precedente parlai degli armaria pigmentariorum . Le farmacie avrebbero assunto un ruolo di crescente rilievo e prestigio nella vita monastica ed in quella dei profani che orbitavano intorno alle abbazie dalle quali mutuavano spiritualita’ e concreti apporti alla qualita’ di un’ esistenza condizionata da pesanti incertezze e intrinseche debolezze .
Non a caso nel medioevo fu citato spesso e apprezzato l’ aforisma riferito al mondo alchemico : “ est opus occultum veri sophi aperire terram ut germinet salutem pro populo. “.

Il giardino dei semplici assolveva a questo compito di importanza fondamentale per lo sviluppo delle scienze naturali , della medicina e per il benessere degli uomini .La popolazione si confrontava con malattie che anche i professionisti della salute oggi studiano solo nei testi di infettivologia e di storia o trovano negli abitanti del terzo e e del quarto mondo.

Tornare a visitare periodicamente luoghi disertati dal turismo di massa e dalle persone prive di interessi culturali non puo’ che giovare allo spirito e alla mente . Il chiostro e l’ hortus conclusus delle Abbazie che presidiano i colli, le alture e le vallate del nostro paese sono un luogo dell’ anima ,non solo un luogo fisico , tangibile , dotato di una simbologia che non sfugge all’ osservatore attento e di contenuti artistici di valore inestimabile . L’ analogia con l’ atmosfera che caratterizza il Tempio e con la serenita’ che deriva dal dialogo con il M.V. e i Fratelli puo’ apparire azzardata . Credo che sia opportuno non dimenticare che in ogni caso il luogo nel quale ci riuniamo conta meno dello spirito che ci anima e che la realta’ fisica cede il passo ai valori in cui crediamo e dei quali siamo o forse sarebbe meglio dire , cerchiamo di essere testimoni operosi.

R.:L.: Resurrezione 144 all’Oriente di Civitanova. e lo spirito che la anima.

R.:L.: Resurrezione 144 all’Oriente di Civitanova. È lo spirito che la anima.
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