Cultura litica

LA CULTURA LITICA

DAL GRECO LITHOS = PIETRA, DI PIETRA LAVORATA, RELATIVO ALLA PIETRA.
Prima di entrare nel merito della relazione,è opportuno illustrare,brevissimamente e per sommi capi, il contesto storiografico in cui poi si andrà ad inserire, nello specifico, la relazione vera e propria. L’industria litica può distinguersi in: un’industria della pietra scheggiata ed un’industria della pietra levigata.

L’Età della pietra è poi suddivisa in: Età della pietra scheggiata o Paleolitico ed Età della pietra levigata o Neolitico. In base poi ad una classificazione fondata sulle caratteristiche delle industrie litiche, le culture vengono distinte in: Paleolitica (o età della pietra antica) che, a sua volta, si distingue in Paleolitico inferiore, medio e superiore; Mesolitica (o età della pietra di mezzo) e Neolitica (o età della pietra nuova). L’intero periodo è stato fissato a circa 800.000 anni fa e termina con l’Età dei Metalli (rame,bronzo,ferro) nel 3.000 – 4.000 A.C.

L’ evoluzione psichica e culturale, dall’ominide all’uomo, è legata alla pietra.
E’attraverso l’esame di pietre che, con la loro presenza e disposizione, ci possono parlare dell’uomo antico. Si tratta di manufatti litici che nascondono la grande anima e la dignità dell’uomo.
L’Uomo è un essere del tutto originale avendo fatto confluire in quella che chiamiamo cultura tutta una serie di modi di fare, atteggiamenti, idee e comportamenti che derivano da quello biologico.
Infatti, l’uomo raggiunge un grado di sviluppo cerebrale unico nel mondo degli esseri viventi, mettendolo nelle condizioni di comprendere le relazioni tra le cose, di trarne le dovute conseguenze e di elaborare quell’insieme di proprietà e di atteggiamenti noti con il termine di “cultura”.

La cultura è il prodotto dell’insieme infinito di relazioni che l’uomo riesce ad intessere e perciò egli possiede una qualità unica rispetto a tutti gli esseri viventi, cioè di avere la “percezione del vissuto”, di interrogarsi sulle proprie radici, cercando di risalire alle origini. Quindi la cultura, o meglio le sue conoscenze, rappresentano la nostra “vera nicchia ecologica”.
L’individuazione e la suddivisione delle culture preistoriche si basa sullo studio dell’industria litica, innanzitutto, poi della ceramica e sugli oggetti in corno-osso.
Alla cultura litica, che nell’area alpina, può essere fatta risalire a 350.000 anni fa, può associarsi l’uomo di quel lontano periodo che gli antropologi hanno chiamato Homo erectus.

Egli organizzava, in tale contesto, già il proprio spazio e, iniziando la costruzione dei primi strumenti di pietra, cominciava a dare ampia dimostrazione della propria presenza ed evoluzione.
L’Homo erectus è stato, dunque, un punto culminante nel processo di ominazione. Con lui ebbe inizio quella evoluzione culturale che da quel momento in poi è stata sempre peculiare all’uomo, prevaricando quella biologica pur integrandosi con essa L’industria litica, quindi, assume l’aspetto più conosciuto di questa evoluzione culturale poiché è quella che ha lasciato la più ampia documentazione. I più antichi utensili intenzionalmente costruiti hanno un’età di circa 2,5 milioni di anni.

Dell’Homo erectus, o meglio di una sua sottospecie, fa parte il “Sinanthropus”, noto anche come Uomo di Pechino, la cui importante scoperta avvenne in Cina nel 1927 da parte di una spedizione internazionale. Nel 1980 due antropologi cinesi Pei Wen-Chung e Chang Shen-Shui hanno compiuto uno studio sistematico sulla cultura litica del Sinantropo giungendo alla conclusione che negli utensili e nel modo di produrli si rispecchia l’evoluzione di questo preominide con più chiarezza piuttosto che nei suoi resti fossili. I due autori avrebbero notato un certo progresso nella lavorazione degli utensili. Gli utensili litici prodotti dal Sinantropo erano, infatti, di 4 tipi principali: l’ascia a mano, il raschiatoio, la punta e il bulino (lama di selce a forma di scalpello, propria del paleolitico superiore). Venivano prodotti con quarzo di vena, cristallo di rocca, selce e arenaria. La maggior parte degli utensili sono schegge di varie dimensioni conformate secondo l’una o l’altra di 3 tecniche distinte: la percussione su incudine, la percussione diretta e la percussione bipolare.

Da questo momento ha comunque inizio l’età Paleolitica (da Paleontologia che è la scienza che studia la cultura materiale dell’uomo preistorico) e si chiama Paleolitico l’intero arco di tempo in cui la pietra viene lavorata (età della pietra appunto) e rappresenta il periodo più antico della storia culturale dell’umanità: viene suddiviso convenzionalmente in fasi successive (Inferiore,Medio, Superiore) anche correlate ad eventi di carattere geologico, paleontologico, climatico e ad ognuna di queste corrispondono, come detto, determinate caratteristiche degli utensili litici. E’ da sottolineare che in base alla tecnica di lavorazione ed al tipo e alla forma degli utensili ottenuti sono state individuate diverse “culture”. E’ però preferibile usare il termine “industria” quando ci si riferisce alla sola tecnica di lavorazione della pietra, riservando il termine “cultura” ad un aspetto più ampio, che comprende anche altre caratteristiche comportamentali.
In quest’era la materia prima fondamentale era la pietra scheggiabile, che veniva lavorata mediante percussione. La pietra poteva essere lavorata in modi diversi, usando tecniche che con il passare degli anni si fecero sempre più complesse. La costruzione d’utensili testimonia l’intelligenza degli uomini che seppero aumentare la capacità delle loro mani per rispondere alle esigenze che poneva loro la vita. Essi erano quasi inermi di fronte al clima, alle intemperie, alle malattie e agli animali: però quegli utensili semplici e rozzi davano loro un po’ di forza e di possibilità di sopravvivenza. Gli uomini della preistoria amavano molto la caccia e abitavano in caverne, o in ripari addossati alle rocce. Questi gruppi di uomini primitivi, praticavano l’inumazione dei morti, cioè li seppellivano con un corredo funebre che ritenevano potesse essere loro utile nella vita dell’oltretomba. La sepoltura avveniva, in primo luogo, per ragioni igieniche e in secondo luogo per motivi religiosi. In alcune sepolture sono state trovate pesanti lastre di pietra sulle braccia, sui piedi e sulla testa del cadavere. Si voleva così impedire il ritorno dei morti fra i vivi.
Il Paleolitico superiore segna l’avvento dell’uomo anatomicamente moderno e la scomparsa dell’uomo di Neanderthal. L’uomo moderno propone un’industria litica molto diversa da quella dell’uomo di Neanderthal e, accanto alla caccia, associa per la prima volta nuove attività come la pesca e la raccolta di frutti spontanei della terra e mostra una spiccata spiritualità sconosciuta al suo predecessore (testimonianze di pittura, scultura e riti funebri lo confermano).
I primi strumenti usati dagli ominidi e che sono giunti fino a noi sono i chops (scheggiati da un lato) e i chopping tools (su entrambi i lati), per lo più ciottoli affilati in modo grossolano con pochi colpi. Che si tratti di una fabbricazione consapevole di strumenti è dimostrato dal fatto che queste pietre presentano la stessa tipologia di lavorazione. Sono stati ritrovati in Etiopia e datano da circa 2.500.000 anni fa. L’artefice di ciò è l’Homo abilis, il creatore della cultura, in essa vi troviamo una industria, una tecnologia, delle strutture di insediamento, degli oggetti e degli utensili. La scheggiatura di un ciottolo presuppone l’utilizzo di un oggetto manipolato dalla mano. E presuppone anche un progetto fatto dall’intelligenza e dall’immaginazione che vede in anticipo il risultato grazie alla formulazione di un modello. Noi siamo in presenza del gioco del visibile e dell’invisibile che si realizza grazie ad un viavai tra delle pulsioni psichiche e l’ambiente cosmico: è il percorso antropologico, fondatore della creazione simbolica. La creazione dei primi utensili , la scheggiatura sulle due facce delle selci, la scelta dei materiali e dei colori mostrano l’esistenza nell’Homo abilis di una coscienza della simmetria e della simbologia, indici certi di una esperienza estetica rudimentale. Si può a ragione affermare che la cultura è un’attività tipica dell’Uomo e che noi riconosciamo la presenza dell’Uomo là dove troviamo i prodotti della sua cultura poiché egli rivela così la sua capacità di creazione. Lo stadio culturale del nuovo tipo umano è notevole come dimostrano la ricca tipologia degli strumenti fabbricati e le stupende pitture e incisioni rinvenute sulle pareti di grotte che testimoniano l’esistenza di una organizzazione sociale ormai affermata e il possesso di una ricca vita spirituale.

Una ulteriore dimostrazione è data con il passaggio dell’età della pietra antica, il Paleolitico, che dura oltre 2.000.000 di anni, fino al Neolitico, quando dalla pietra scheggiata (la scheggiatura permette di ottenere manufatti e strumenti da un blocco di pietra (pre-nucleo) ) si passa alla pietra levigata (tecnica di scheggiatura che consente di ottenere schegge di forma predeterminata mediante una preparazione del nucleo). In questa fase avviene la produzione di lame molto sottili, ottenute con la tecnica della scheggiatura a pressione, riscaldando la selce, perfettamente sagomate lavorate su entrambe le facce con estrema raffinatezza, equilibrate ed assottigliate in modo da favorire una loro più facile penetrazione definite a FOGLIA DI LAURO o di SALICE e tali appaiono davvero per la loro forma simmetrica allungata, elegante e sottile. L’osservazione di tali manufatti ci induce a considerare che la loro esecuzione, in qualche modo, era legata anche ad una forma d’arte vera e pura. Quantomeno, non può essere stata sagomata senza un profondo compiacimento estetico.

L’Homo abilis e l’Homo erectus (che non ha niente a che vedere con la posizione eretta, già acquisita precedentemente, ma denominazione attribuita all’uomo scoperto a Giava un secolo fa) hanno sviluppato una cultura che si estende lungo un milione e mezzo di anni, prova della loro intelligenza, del loro senso simbolico e del loro senso estetico.
Con l’Età Neolitica, che va dal 5.000 al 4.000 A.C., gli uomini, in questo periodo, cambiarono sistema di vita: da nomadi divennero sedentari. Iniziarono a coltivare e allevare bestiame e impararono a levigare la pietra con la sabbia.

Sta nascendo, a questo punto, l’Homo sapiens (nome scientifico della specie umana moderna), che non è altro che il prodotto dell’evoluzione dell’Homo erectus, avvenuta circa 200.000 anni fa in Africa (Etiopia e Tanzania), secondo alcuni studiosi e in Europa (nei Carpazi) e addirittura in Asia (Cina), secondo altri.
Naturalmente, nel Paleolitico, furono fabbricati e usati strumenti di materiale diverso: legno, osso, avorio; ma fu la pietra a recepire e ad affinare la creatività umana.

Infatti la pietra, la roccia, è un elemento naturale informe, come il limo, con il
quale, nella genesi biblica, Eloha (l’Essere Supremo, Colui che ha vita in sé, cioè la Fonte della Vita) formò l’uomo. (Eloha si legge anche Alah e da qui deriva Allah, cioè Dio per i mussulmani ed i cristiani di lingua araba). A sua volta l’uomo, cha dà alla pietra delle forme che essa non possiede in natura è un creativo ( non un creatore) poiché proietta in un materiale informe i segni della sua intelligenza e della sua immaginazione inventiva. Egli fabbrica vari strumenti con la pietra e la squadra per utilizzare in varie costruzioni, rendendola stabile e facilmente collocabile, anche se in natura non si offrono al suo sguardo oggetti quadrangolari, mentre se ne vedono molti sferici o rotondi (sole, luna, frutta…..).
Dalla squadratura della pietra l’uomo passò alla squadratura del mondo ordinandolo ai fini conoscitivi e speculativi.
Immaginò il caos rotondo e l’ordine quadrato, l’irrazionale rotondo e il razionale quadrato. Ancora oggi si dice che chi nasce tondo non muore quadro e che l’uomo superiore “ha le palle quadrate”.
Il concetto della quaternità o tetrametria, servì ancora per ordinare il mondo e per selezionare dal molteplice l’essenziale: le quattro direzioni, le quattro stagioni, fino ad arrivare alle quattro nature della sfinge e alle quattro sante verità del Buddha.
La fattura e l’uso dello strumento litico costituisce, dunque, il passaggio dalla natura alla cultura.

Il rapporto uomo-pietra, durato per oltre due milioni di anni, deve certamente aver generato molti archetipi, simboli, schemi e strutture psicomentali.
Quando l’uomo sacralizzò la terra nel simbolo della Grande Madre, le pietre ne costituirono le ossa. Nel mito greco Deucalione e Pirra, sopravvissuti al diluvio, ripopolano la terra gettandosi dietro le spalle le ossa della Grande Madre, cioè le pietre dalle quali nasceranno donne se gettate da Pirra e uomini se gettate da Deucalione.
La pietra, oltre a costituire il pugnale primitivo, fu usata, prima della lancia, come arma da getto, poiché la spalla dell’uomo poteva ruotare, a causa della pregressa bracheazione sugli alberi, ed era, quindi, adatta a lanciare oggetti con le mani.

Ancora oggi esiste la condanna alla lapidazione per adulterio (l’uccisione mediante il lancio di pietre) in alcuni paesi musulmani, come l’Arabia Saudita e l’Iran.
Furono famosi, al tempo dei romani, i frombolieri della Baleari, combattenti che scagliavano pietre con le fionde.

Incominciò con la lavorazione della pietra la crescita dell’abilità manuale e della capacità ideativa in un reciproco scambio affinativo e inoltre l’area cerebrale connessa con l’uso della mano, influenzò anche la crescita dell’attigua area linguistica.
La pietra non solo servì per costruire strumenti ( asce, punteruoli, bulini, raschietti…..), ma fu impiegata in strutturazioni e costruzioni complesse, per servire da calendario (cromlech ( è il nome dato a monumenti megalitici particolari, costituiti di pietre di grandezza variabile, conficcate nel terreno a forma circolare; da crom = curvata e lech = pietra piatta. Il più famoso ed enigmatico è il cromlech di Stonehenge. Sembra costruito antecedentemente al II° millennio A.C. per studio astronomico e destinato al culto del sole), porte solari…..), da supporto ideologico (Piramidi, sfingi, templi…) e da memoriale (menhir ( dal bretone men e hir = pietra lunga. Sono dei megaliti (dal greco = grande pietra) monolitici da non confondere con i dolmen), cumuli. …).
Dei dolmen (ritenuti resti di camere sepolcrali preistoriche) non siamo certi della loro destinazione (sepolture, templi, are?).

In Puglia, nel territorio di Bisceglie vi è un dolmen che viene chiamato “la chianca” . La parola “chianca, nel dialetto meridionale, significa “macello” “beccheria” e anche pietra piatta.
Circa quattromila anni fa sulle sponde del Mediterraneo furono costruite, con enormi massi, delle mura, come quelle che si ritrovano sul Circeo e che furono attribuite ai Popoli del Mare.
Forse il ritrovamento di costruzioni megalitiche o di ossa fossili di dinosauri ha originato il mito dell’era dei giganti.
La pietra si altera pochissimo nel tempo e gli Antichi per questo la utilizzarono per tramandare memorie e segnare luoghi, tombe, limiti e confini.

Alessandro segnò il limite delle sue conquiste innalzando in India enormi cumuli di sassi e i cavalieri di Carlo d’Angiò per onorare Manfredi che era morto combattendo eroicamente ne seppellirono il cadavere sotto un cumulo di pietre che lanciarono sfilandogli accanto.
Sappiamo anche che i sassolini furono usati per i primi calcoli aritmetici. La parola latina “calculus” indicava, appunto, la pietruzza, il sassolino, per cui calcolo viene chiamata anche la massa dura, la concrezione che si forma nei reni , nella vescica, nella cistifellea. La pietra, che aveva permesso all’uomo di realizzare la civiltà e che rimandava alla perennità e alla tradizione, fu usata per rappresentare il sacro.
Infatti, nei riti religiosi, legati ad antichissime tradizioni risalenti all’età della pietra, si consideravano sacri soltanto i coltelli sacrificali di selce o altra pietra, che non dovevano essere sostituiti da quelli di metallo (oro, rame, bronzo e ferro).
Nella Bibbia è riportato (I° Re 6,7) che “mentre si costruiva il Tempio di Re Salomone e della Regina di Saba, non si sentì né martello, né piccone, né altro strumento di ferro” .
E come non ricordare le parole del Cristo Gesù a Pietro: “Tu sei Pietro e da questa pietra erigerai la mia Chiesa”.

I Musulmani adorano la pietra nera, che si trova all’esterno di uno degli angoli della Kaaba , il luogo in cui il divino entra in contatto con il mondo terreno. Questo culto è preislamico.
La pietra nera, portata in Terra dall’angelo Gabriele nella tradizione religiosa , è certamente un meteorite. E i meteoriti erano una riprova del fatto che vi erano pietre che provenivano dal mondo celeste, il mondo degli dei.
I nostri avi del Paleolitico Superiore o dell’Età dei Metalli ritrovavano nei campi delle asce di pietra prodotte dai loro sconosciuti predecessori e pensarono che fossero prodotte dal fulmine, anche perché percuotendo con esse altre pietre ne scaturivano scintille.

Le scintille prodotte dalla percussione portarono a ritenere che all’interno della pietra, o di alcune pietre come la selce piromaca, vi fosse del fuoco. Da qui, forse, l’idea che il fulmine e la pietra come meteorite o ascia bipenne fossero collegati.
Con il Paleolitico Superiore troviamo che gli uomini già avevano ideato tecnologie e ideologie avanzate e questo era certamente avvenuto in gran parte attraverso l’utilizzo della pietra e le conseguenti speculazioni su di essa.

Il Mesolitico che incominciò con il ritiro dei ghiacciai dell’ultima glaciazione segnò un momento di crisi e di decadenza dell’umanità, finchè con il Neolitico, quando si passò dalla pietra grezza alla pietra levigata, inizia la storia con la nascita della scrittura.
Le pietre allora servirono come supporto inalterabile per la scrittura di eventi memorabili .
Le parole venivano scritte da destra verso sinistra perché così si agevolava l’uso della mano sinistra per tenere lo scalpello e della mano destra per battere con il martello.
L’apoteosi dell’uso della pietra si ha con la costruzione delle cattedrali medievali che esprimono l’anello dell’uomo verso l’Alto e danno forma all’ignoto, al mistero che ci circonda.

Oggi la Massoneria fonda la sua dottrina simbolica sulla pietra che da informe e scheggiata diventa levigata e squadrata per servire alla costruzione del Tempio, una costruzione simbolica che non si richiama a momenti storici e ideologici precisi, ma a quel misterioso fenomeno cosmico che ha partorito l’intelligenza.
Non a caso gli alchimisti cercavano la “pietra” filosofale che si trova visitando l’interno della terra che ci ha partoriti e l’interno di noi stessi dove è depositato, sedimentato, ma sempre attivo, quel processo, quella virtù che ci ha prodotti e che così meravigliosamente ci contraddistingue da tutte le altre specie.

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