Edifici

GLI EDIFICI ESOTERICI

Le divine proporzioni. “Le Leggi Divine dei Numeri, dei Pesi e delle Misure”: è in base a queste leggi che, secondo i seguaci delle correnti esoteriche, sono stati costruiti tutti i più importanti edifici di carattere religioso, a partire da quelli sorti agli albori della civiltà (i complessi megalitici europei, le piramidi egiziane) fino alla moderna cattedrale della “Sagrada Familia” Di che leggi si tratta?

Per gli architetti dell’antico Egitto, per i cabalisti, per i seguaci di Pitagora, la geometria era ritenuta una scienza sacra, in diretto rapporto con Dio, considerato, non a caso, l’architetto dell’universo. I numeri, infatti, erano considerati “emanazioni divine”, e corrispondevano ad altrettanti attributi del creato, cosicché certe particolari figure, come la cosiddetta “sezione aurea”, il cerchio o il triangolo rettangolo, possedevano, in virtù dei rapporti numerici tra i loro elementi, connotazioni quasi sacrali. Studi sulle proporzioni architettoniche si ritrovano in ogni antica cultura, da quella assira a quella incaica; il trattato di Ram Raz, scritto in India, contiene notevoli insegnamenti sulle proporzioni, così come lo studio voluto nel XVIII secolo a. C. dall’imperatore cinese Young Tching, suddiviso in ben cinquanta volumi. In occidente se ne sono occupati specificamente Vitruvio (I secolo a.C.), autore del De Architectura, Sebastiano Serlio (1475-1554), Leonardo da Vinci e i matematici Leonardo Fibonacci (1170-1250) e Luca Pacioli (1445-1517), autore della “Summa de arithmetica, geometria, proportionii e proportionalità “(1494) e del trattato “De divina proportione” (1509), incentrato sullo studio della cosiddetta “sezione aurea” e sulle sue applicazioni in architettura Insieme a quello delle corrette proporzioni,, anche l’uso di determinati materiali (la pietra o il mattone, il vetro o il metallo), l’accostamento di particolari colori (nella tra dizione cristiana l’azzurro, il giallo, il rosso, il nero), la presenza di particolari simboli decorativi (la rosa, la croce, la raffigurazione di certi animali e di certi strumenti musicali) contribuiscono alla “riuscita” di un edificio esoterico.

La presenza di questi elementi ha numerose funzioni: simbolica, estetica (le proporzioni dettate da Dio sono, per forza di cose, perfette), costruttiva e, soprattutto mistica: così come certi rapporti, certe forme, certi materiali, persino la forma di certe decorazioni e la composizione di certe vernici conferiscono alla cassa di un violino una perfetta estetica e una perfetta sonorità, nello stesso modo i rapporti tra gli elementi di un edificio esoterico Io trasformano in una sorta di cassa armonica, di colossale “ricevitore” della potenza divina. Soprattutto se l’edificio in questione sorge – come gran parte dei complessi megalitici e delle cattedrali gotiche – su certi particolari “punti di forza” delle “correnti terrestri”.

Secondo la disciplina detta “geomanzia”, il nostro pianeta è percorso da correnti potenti e invisibili, che scorrono lungo un intricato sistema di vene e di arterie; in alcuni punti di incrocio le correnti sviluppano intense “forze” benefiche o malefiche, che possono essere captate e trasmesse all’uomo da particolari “amplificatori”: i pietroni di Stonehenge o una cattedrale gotica, vere e proprie antenne (e, del resto, dell’antenna possiedono la forma allungata e appuntita) che collegano il cielo alla Terra.

I misteri del ristorante cinese.
In Cina, in Giappone e nell’Asia sudorientale la disciplina del Feng-Shui, l’arte geomantica locale, è ancora particolarmente diffusa. Case e palazzi (compreso quelli modernissimi delle multinazionali di Hong Kong e Tokyo) vengono orienta ti in modo da sfruttare al meglio gli influssi cosmici e le forze della natura. Profondamente legato alla tradizione e alla filosofia del pensiero orientale, i! Feng-Shui detta regole molto precise: ogni costruzione dovrebbe sempre avere montagne o colline alle spalle e un corso d’acqua di fronte, in modo da sviare gli influssi negativi, da qualsiasi parte essi pro vengano. In ogni ristorante cinese della vostra città potrete vedere i simboli de! Feng Shui. Lo “specchio geomantico” esagonale ornato con gli esagrammi dell’ I-Ching è sistemato sopra la porta per respingere il “respiro della sfortuna”; draghi e fenici rappresentano le forze maschili e femminili; il pipistrello che decora il vasellame conferisce l’equilibrio; la greca alle pareti è simbolo di continuità. E naturalmente non bisogna dimenticare neanche l’importanza dei colori: dal rosso, il colore dello yang, simbolo del principio attivo, al giallo, usato nelle sepolture in quanto legato allo yin, il principio passivo.

IL TEMPIO DI SALOMONE Il cosmo in un palazzo.
Cominciamo il nostro tour di edifici esoterici da quello più famoso e misterioso, il Tempio di Salomone. Il grande palazzo, considerato una delle sette meraviglie del mondo antico, fu realizzato per volere di Re Salomone (961-925 a.C.), il quale volle legare il suo nome a una costruzione simbolica che rappresentasse il cosmo. Lo edificò un architetto leggendario, Hiram, di cui storicamente si conosce ben poco. Secondo la tradizione era un iniziato ad altissimo livello, a conoscenza, nella loro sterminata totalità, di tutte le leggi “dei Numeri, dei Pesi e delle Misure”, che applicò nella sua costruzione; quando venne sottoposto a violente pressioni perché rivelasse i suoi segreti costruttivi, preferì farsi uccidere piuttosto che parlare.
Alla ricerca del tempio perduto.
Il Tempio di Salomone è stato più volte distrutto e ricostruito nel corso della storia. Distrutto dai Babilonesi nel 586 a.C., venne riedificato nel 515 a.C.; nel primo secolo Re Erode lo ampliò con nuovi edifici, che vennero a loro volta distrutti dai Romani nel 70 d.C. Tutto ciò che rimane oggi è il “muro del pianto”, ovvero il muro orientale del tempio edificato da Erode.
Com’era fatto il Tempio originale? Secondo le fonti più attendi- bili era lungo sessanta cubiti., largo venti e alto trenta, ovvero misurava 33x11x16,5 metri, misure non particolarmente straordinarie, ma che rispondono, cabalisticamente, a “proporzioni perfette”. Era impreziosito da numerose decorazioni e da una gran profusione d’oro, e preceduto da due monumentali colonne di bronzo, alte diciotto cubiti: quella di destra si chiamava lachin e quella di sinistra Boaz, che significano “stabilità” e “fortezza”. Nella parte più nascosta del Tempio si trovava il Santuario, ricoperto d’oro purissimo, dove era riposta l’Arca dell’Alleanza; secondo quanto ci tramanda il profeta Ezechiele, l’altare del tempio era disegnato come uno ziqqurat di tre piani, con il gradi-no superiore ornato di quattro corna.
L’edificio “più” esoterico.
Secondo gli esoteristi, il Tempio di Salomone fu il più perfetto esempio di edificio esoterico, ispirato direttamente dal Tempio Tenda che, secondo le tradizioni arabe ed ebraiche, sarebbe stato inviato dal cielo ad Abramo. Al suo interno sarebbero stati custoditi incredibili segreti recuperati dai Templari nel dodicesimo secolo e diffusi tra una ristrettissima cerchia di iniziati. Si dice che la pianta del Tempio sia conservata gelosamente da alcuni studiosi di alta Qabbalah, e una sua versione stilizzata figura fra i simboli della Massoneria. Il Tempio ha infatti un’importanza fondamentale sia per i Massoni che per un altro gruppo esoterico-corporativo i Compagnons. I Massoni ritengono Hiram il fondatore della loro associazione e ne venerano in modo particolare la memoria; nel loro rituale annoverano un rito particolarmente importante – quello della “morte iniziatica”, che porta a una nuova vita – a ricordo del sacrificio di Hiram. Il gruppo dei Compagnons sarebbe invece stato fondato da Maitre Jacques, capo dei tagliatori di pietre durante l’edificazione del Tempio.
Mastro Giacomo (da cui un altro nome della setta, “i Giacobiti”), deluso dalla decisione di Salomone di sostituirlo con un altro scalpellino, avrebbe raggiunto la Francia e lì avrebbe fondato la grande corporazione dei capimastri, utilizzati in seguito durante la costruzione delle cattedrali gotiche. I Compagnons come i Massoni – esistono ancora; nel 1945 hanno fondato la Fèdèration Compagnonnique des métiers du batimenL

I SEGRETI DELLE CATTEDRALI
Il passaggio tra il Tempio di Salomone e le cattedrali gotiche è quasi d’obbligo; infatti, tra le teorie più ricorrenti sulla loro origine, c’è quella secondo la quale le loro tecniche costruttive sarebbero state ritrovate dai Templari nei sotterranei del Tempio di Salomone. Sarebbero stati Hiram o Maitre Jacques, insomma, a fornire indirettamente il progetto e le indicazioni per elevare gli splendidi e svettanti edifici che sorgono nelle città di mezza Europa. Al di là delle speculazioni, più o meno fantastiche, sta di fatto che il carattere “misterioso” delle cattedrali è stato rilevato sin dalla loro origine. E’ vero, per esempio, che lo stile gotico, con le relative tecniche costruttive, è “comparso d’improvviso”, e risulta molto difficile considerarlo una logica evoluzione del precedente stile romanico; è vero anche che i costruttori gotici appartenevano a delle corporazioni con fortissime componenti esoteriche (i“Compagnons” e i “Maçons”); è vero che la maggior parte delle cattedrali sorgono su luoghi sacri precedenti o su punti tradizionalmente considerati “incroci di correnti sotterranee”; è vero che gran parte di esse hanno l’abside rivolto verso sud-est, cosicché i fedeli, entrando, avanzino verso oriente, ovvero verso la Palestina. E’ vero, soprattutto, che le decorazioni delle loro facciate, le statue che adornano i transetti e le navate, le vetrate, i disegni dei pavimenti sono letteralmente gremiti di simboli magici, esoterici, alchemici.
I libri di pietra.
Niente è casuale nelle cattedrali, da quella di Chartres alla “prima cattedrale di un nuovo genere”, la Sagrada Familia dell’architetto catalano Antoni Gaudì. Secondo Fulcanelli, il misterioso autore de I segreti delle Cattedrali, esse sono veri e propri “libri di pietra”, edifici che, attraverso le loro forme, descrivono il processo dell’opera alchemica, ovvero il passaggio dell’uomo dallo stadio di bruto a quello di uomo-dio; Tra le tante figure simboliche ricorre la rosa, che(in termini esoterici) rappresenta sia il Graal, sia il leggendario Sigillo di Re Salomone, dotato di una potentissima magia, sia – come spiega Fulcanelli – “il geroglifico alchemico che indica il tempo necessario alla preparazione della pietra filosofale”

I TEMPLI MASSONICI
Microcosmo e macrocosmo.
Anche il tempio massonico, come le cattedrali gotiche, ha la funzione di trasformare l’uomo “da pietra grezza a pietra levigata”. Grazie a un gran numero di simboli, disposti in una maniera molto precisa, nel microcosmo del Tempio gli adepti vengono iniziati alla conoscenza del Tutto, e intraprendono il lungo cammino che permetterà loro di raggiungere uno stadio di perfezione. Il tempio massonico deve sempre essere orientato da occidente a oriente, la sua larghezza deve andare da nord a sud e l’altezza dal Nadir allo Zenith. Una volta stellata è il simbolo richiamato dal soffitto, mentre il pavimento a scacchi bianchi e neri simboleggia la differenza e la compenetrazione del corpo e dello spirito, del bene e del male; le linee impercettibili che distinguono i due colori rappresentano anche il difficile cammino dell’iniziato, invitato a seguire “la stretta via”. Dietro al-posto in cui siede il Maestro Venerabile, è situato il Delta con l’occhio divino al centro; altri simboli massonici sono la squadra e il compasso, gli strumenti di Hiram e del Grande Architetto dell’Universo, ma anche il simbolo del quadrato e del cerchio, allegoricamente la Terra e il Cielo. Si possono vedere molti simboli massoni sul retro della banconota da un dollaro: non c’è da stupirsene. A parte alcune deviazioni che le hanno conferito una fama sinistra la Massoneria ha intenti illuminati, e molti esponenti dei grandi movimenti libertari che hanno cambiato il mondo (tra cui la Rivoluzione Francese e quella Americana) facevano parte di questa società.
Viaggio tra i templi.
Il tempio massonico di Filadelfia, costruito tra il 1853 e il 1855, è costituito da sette sale caratterizzate dai diversi stili della tradizione massonica: egizio, orientale, normanno, gotico, ionico, corinzio e rinascimentale L’effetto non manca di efficacia evocativa. Un altro esempio interessante è la “Freemasons Hall”, in Great Queen Street a Londra, progettata da John Soane, eretta nel 1775, poi ricostruita nel 1864 e nel 1927. Se non vogliamo andare cosi lontano, potremmo ammirare uno degli esempi più interessanti dell’organizzazione degli spazi di un tempio massonico in Italia, e precisamente a Napoli. E’ la cappella SanSevero realizzata nel 1750 per volere dell’alchimista Raimondo di Sangro, gran Maestro della Loggia Massonica napoletana. Qui i gruppi scultorei definiscono il preciso itinerario che l’iniziato deve seguire per giungere alla verità.

CASTEL DEL MONTE
La corona degli Hohenstaufen.
A Castel del Monte, su un colle isolato delle Murge occidentali, in Puglia, sorge
uno dei più perfetti “edifici esoterici” del nostro paese, il palazzo eretto nel 1240 per volere di Federico II Hohenstaufen, l’illuminato ispiratore della Scuola Poetica Siciliana. L’architettura dell’edificio, privo di ogni attrezzatura di tipo militare, è totalmente improntata al “principio ottonario”, il cortile, orientato in modo da essere perfettamente illuminato durante gli equinozi e i solstizi, forma un perfetto ottagono; otto sono le bifore gotiche; otto i grandi saloni. Secondo una corrente esoterica che risale ai primi tempi del cristianesimo, l’8 è infatti il numero prediletto dalla divinità (“Chi è nato alla nuova vita per volere di Cristo si pone sotto il segno deII’8”), e come tale evocatore di mistici poteri. Simbologie e tecniche costruttive utilizzate nel castello provengono con ogni probabilità dal Medio Oriente, importate dai Cavalieri Teutonici, un ordine iniziatico con cui Federico II teneva stretti contatti. Il Dio dell’imperatore era probabilmente quello degli iniziati Sufi, che poteva essere adorato contemporaneamente da Ebrei, Cristiani e seguaci dell’islam; forse, l’obbiettivo di Federico II, che morì scomunicato due volte nel 1250, era quello di trasformare il castello in un centro di culto e di politica al tempo stesso, come la mitica Camelot, la reggia di Re Artù. Castel del Monte fa ancora parlare di sé: nell’inverno 1988 un gruppo di studiosi italiani ha scoperto che le sue “divine” proporzioni celano, forse, in una specie di codice segreto, le indicazioni per raggiungere una camera ancora inesplorata all’interno della Grande Piramide.

LE CASE DEGLI ALCHIMISTI
L’apparenza inganna. Non hanno forme stravaganti, sono per lo più sobrie dimore aristocratiche, che non presenterebbero caratteristiche particolarmente degne di nota se non fossero arricchite da decorazioni e simboli legati in qualche modo al processo alchemico. Sono le dimore degli alchimisti, à cui Eugène Canseliet e Fulcanelli hanno dedicato due fondamentali studi, Deùx logis alchimiques e, soprattutto, “Le dimore filosofali”.
Codici di marmo. Disseminate un p0’ in tutta Europa, le dimore filosofali non mancano neppure in Italia. Una delle più celebri, Villa Palombara, si trova a Roma, sul colle Esquilino. Nel 1620 la villa era una delle proprietà di Oddone Palombara di Pietra Forte, che la lasciò poi al Marchese Massimiliano Palombara. Si racconta che nel 1656 questi assistette a un fortunato esperimento di trasmutazione alchemica, eseguito nel suo laboratorio privato dall’alchimista milanese Francesco Giuseppe Borri. E proprio per ricordare quanto era accaduto, qualche anno dopo Palombara fece realizzare in vari punti della sua proprietà alcune iscrizioni su marmo che tramandassero l’avvenimento Chi è in grado di interpretarle potrebbe divenire incredibilmente ricco: si racconta, infatti, che descrivano, in codice, le formule segrete pe realizzare la pietra filosofale. Massimiliano Palombara era lui stesso un alchimista e un iniziato alla dottrina segreta dei Rosacroce. Un’iscrizione latina oggi perduta sul portone della villa diceva che oltrepassando quella soglia “lo scopritore Giasone avrebbe trovato il vello d’oro di Medea”. Nel parco della villa c’era il laboratorio alchimistico di Palombara, ai cui esperimenti partecipava spesso la Regina Cristina di Svezia. La “regina Alchimista” entrava in incognito da una porticina laterale, la cosiddetta “Porta Magica”, su cui ancor oggi, sia pur parzialmente rovinate, si possono leggere sette massime ermetiche.
A Praga, la “città magica” per eccellenza, si trova la cosiddetta “Casa di Faust”, un palazzo tardo-rinascimentale rimaneggiato nel Seicento e nel Settecento. Sorge in Karlovo Namesti, nella Città Vecchia, ed è famoso perché fu la dimora di molti personaggi “misteriosi”. All’epoca di Rodolfo II, l’alchimista inglese Edward Kelly attrezzò qui un laboratorio per le sue ricerche, e nel XVIII secolo la casa fu frequentata da Mladota da Solopysky, un altro chimico legato alla misteriosa disciplina. Ma è in Francia che si trova la massima concentrazione di “dimore alchemiche”. Il Castello du Plessis-Bourré, un vecchio maniero dell’Anjou costruito attorno al XV secolo, annovera tra i suoi ambienti La salle des gardes, il cui straordinario soffitto è impreziosito da un gran numero di temi e figure ermetiche: sirene, tartarughe con la testa di uccello, asini che cantano la messa, unicorni, uomini-leone, tritoni, fenici e altri simboli alchemici, pronti a essere “tradotti” dai conoscitori di quest’arte e applicati in termini pratici nel complesso di trasmutazione. Malgrado il suo maestoso appellativo, il “Maniero della salamandra” a Lisieux, in Normandia, non è altro che una casa piuttosto modesta. Almeno in apparenza, poiché a uno sguardo più attento si notano interessanti decorazioni che testimoniano come essa sia appartenuta, nel XVI secolo, a uno studioso di alchimia. Sulla facciata campeggia, insieme a molte altre figure, quella sinistra del Baphomet, inquietante simbolo delle tradizioni segrete dell’Ordine dei Templari.
Louis d’Estissac, un alchimista francese vissuto all’epoca di Rabelais, ideò nel 1542 una grande dimora simbolica che celasse in linguaggio cifrato architettonico le formule segrete dei suoi esperimenti. Si dice che abbia affidato il compito di tradurre in concreto la sua idea all’architetto Philibert de l’Orme, autore del superbo castello di Coulonges-sur-l’Autize. Al solito, la casa non attende altro che essere “decifrata”.

Lettura tratta da “Le dimore misteriose” di A. Castelli

R.’. L .’. Resurrezione 144 all’Oriente di Civitanova. È lo spirito che la anima.
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