Lando Conti

LANDO CONTI UN MASSONE DEL NOSTRO TEMPO

La più bella ed efficace descrizione di Lando Conti fu tracciata da Giampaolo Pansa, scrittore e giornalista non omologato né omologabile.
Pansa disse che Lando Conti “era un cittadino militante cioè un cittadino che che si rende conto che c’è qualche volta un passaggio obbligato nella vita di ciascuno di noi, che ci obbliga a dei doveri e li affronta, rende onore a questi doveri con la generosità, con il buon senso, con la dedizione, con l’umiltà che quest’uomo della strada, questo cittadino porta nel suo mestiere, nella sua attività professionale, nella vita di ogni giorno”.
Lando Conti nacque a Firenze il 1/11/1933.
Il nonno materno Menotti Riccioli fu membro del Comitato toscano di liberazione nazionale nonché vicesindaco nella giunta La Pira.
Si laureò in giurisprudenza a Siena e iniziò il suo impegno politico nel Partito Repubblicano Italiano.
Fu segretario provinciale del partito, poi consigliere comunale di opposizione e infine assessore nella giunta del sindaco repubblicano Alessandro Bonsanti, suo predecessore.

Fu iniziato nella Loggia Mazzini n. 62 all’Oriente di Prato il 22/11/1957.
Passò poi alla Loggia Abramo Lincoln all’Oriente di Firenze che oggi porta il suo nome in suo onore.
L’appartenenza alla Massoneria e la condivisione delle idee di Mazzini ne fecero un assertore dell’ideale di fratellanza che deve operare per il bene di tutti e mai a vantaggio di una parte sola e un sostenitore del primato dell’educazione per il miglioramento morale dell’Umanità
Fu Sindaco di Firenze dal marzo 1984 al settembre 1985.
Importante per comprendere il testamento politico di Lando Conti è il messaggio che rivolse il 18/4/1984 al Consiglio Comunale di Firenze nella sua veste di Sindaco appena eletto:
“ Accetto questo incarico con umiltà ma anche con coraggio, con decisione , ma senza presunzione, e credo che questo Consiglio e la città abbiano preciso bisogno di un rilancio morale, politico e culturale. Sono dell’opinione ch nei prossimi mesi sia meglio andare di più nella città e non limitare il dibattito al Palazzo. Non siamo portatori di interessi particolari ma di interessi generali …… il nostro è un interesse generale che si rifà alla visione etica mazziniana della vita politica…….Faccio oggi appello all’altra Firenze, alla Firenze operativa, alla Firenze delle persone perbene, alla Firenze di coloro che vogliono lavorare, e ce ne sono tante, perchè quelle poco perbene si leggono sui giornali , ma le persone perbene sono quelle che lavorano e che operano tutti i giorni e che costituiscono la stragrande maggioranza…. il primo punto all’ordine del giorno è costituito dalla questione morale che vuol dire difesa della certezza del diritto. Lavoriamo tutti insieme per questo salto di qualità che ci sta davanti, pur nella consapevolezza del poco tempo a disposizione, ma questo salto di qualità lo possiamo fare sconfiggendo insieme la cultura del declino, lottando insieme per la cultura della rinascita”

Da questo stralcio del discorso si comprende l’influenza del pensiero mazziniano e di quello di Ernesto Nathan : la politica tesa a produrre un miglioramento morale della società civile; la politica fatta per la gente ed in mezzo alla gente, ecco la grandezza del Lando Conti politico.
Una visione etica della politica che deve condurre al ben amministrare e deve portare all’unione della grandissima maggioranza degli uomini dabbene. Conti era convinto che la stragrande maggioranza dei cittadini fosse formata da uomini dabbene che vivevano ai margini della vita pubblica, spettatori inermi e inerti dell’azione di chi intende far valere i propri interessi particolari su quelli generali.

Conti con il suo discorso e con la sua azione politica concreta si è rivolto a questa maggioranza silenziosa.
A distanza di quasi trenta anni dal suo barbaro assassinio sembra che due siano state le cause che hanno portato Lando Conti a diventare un obiettivo delle Brigate Rosse.
In un momento in cui aumentavano i casi di dissociazione dal terrorismo si recò da Sindaco in una sala del Tribunale per incontrare i dissociati di Prima Linea ai quali disse che la Repubblica perdona in omaggio alle leggi della giustizia che ci hanno consentito di vincere il terrorismo senza venir mai meno alla libertà, ma non dimentica.
Questo gesto sembrò una sfida all’ala dura delle Brigate Rosse.
Inoltre Conti aveva acquisito per successione ereditaria una modestisima quota ( 0,23 %) della società Segnalamento marittimo ed aereo (Sma) che si occupava di sistemi radar a livello internazionale.
Nel volantino di rivendicazione delle BR si evidenziava che con l’uccisione di Conti era stata colpita la posizione filosionista e filoatlantica del repubblicano Conti che siede nel Consiglio di Amministrazione della SMA.
Lando Conti venne ucciso alle ore 17,10 del 10 febbraio 1986, in una giornata fredda e piovosa, a pochi passi da casa sua , nella zona di Via Faentina, mentre, da solo, sulla sua Opel Rossa, stava andando in Consiglio comunale. Fu affiancato da una vettura e fu assassinato con 17 colpi di mitraglietta,. Lasciò la moglie e quattro figli.

La sera stessa con una telefonata anonima al Corriere della Sera le Brigate Rosse rivendicarono l’attentato.
C’è mistero sulla morte di Lanco Conti in quanto non sono mai stati identificati gli effettivi autori dell’omicidio.
L’indagine fu archiviata nel 2009.
Resta il fatto che la mitraglietta Skorpion che ha ucciso Lando Conti è stata utilizzata per ben 5 omicidi tutti a sfondo politico.
Nel 1978 è stata utilizzata per l’omicidio dei missini Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta in quella che passò alla storia come la strage di Via Acca Larentia.
Nel 1985 è stata utilizzata per l’assassinio dell’economista Ezio Tarantelli, poi nel 1986 per l’assasinio di Conti ed infine nel 1988 per quello del democristiano Roberto Ruffilli.
L’Arma venne rinvenuta in un covo delle Brigate Rosse di Milano il 15/6/1988. I periti dei Carabinieri hanno ricostruito la sua storia.
La mitraglietta è stata acquistata dal noto cantante Jimmy Fontana nel 1971 in una armeria di Sanremo.

L’acquisto fu regolare.
Le indagini non hanno mai appurato come l’arma sia poi passata ai brigatisti. Interrogato sul punto il cantante Jimmy Fontana ( nella vita Enrico Sbriccoli) dichiarò di aver venduto la Skorpion ad un funzionario di polizia nel 1977. Tale circostanza rimane avvolta nel mistero perchè il funzionario di polizia ha negato l’acquisto.
La Procura di Firenze non ha mai approfondito la questione e alla fine l’indagine è stata archiviata.
Neppure la presa di posizione pubblica del figlio di Lando Conti, Lorenzo, che ha scritto ai giornali, ai Presidenti di Camera e Senato e al ministro di Grazia e Giustizia è riuscita a far riaprire le indagini per colmare le evidenti lacune investigative e dare un volto agli esecutori del brutale omicidio.
Ho voluto scolpire la tavola su Lando Conti per dare ai fratelli alcuni dettagli di un massone troppo spesso dimenticato .
Un massone che ha saputo permeare anche la vita profana dei principi massonici acquisiti nel Tempio.
Perchè se il cammino di perfezionamento che ciascuno di noi compie , resta confinato all’interno del Tempio, diventa fine a se stesso e quasi un esercizio di stile.
Il vero massone deve distinguersi anche al di fuori del Tempio: questo è l’unico modo per consentire e sperare in un miglioramento effettivo della società civile.

R.:L.: Resurrezione 144 all’Oriente di Civitanova. È lo spirito che la anima.
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