L’apprendista

CONSIDERAZIONI DI UN APPRENDISTA

E’ solo dopo due anni da apprendista, dopo che la loggia cui appartengo ha proposto il mio aumento di salario, che mi decido a mettere su carta alcune considerazioni su quello che credo di aver ricevuto dalla mia frequentazione del tempio. La presente tavola non vuol essere assolutamente un test per il passaggio di grado, ma anzi un personale punto della situazione su cosa sia cambiato in questi anni trascorsi frequentando e studiando argomenti che fino a poco tempo fa erano per me sconosciuti, o semplicemente lasciati a mere fantasticherie, a volte etichettate come illogiche o frutto di immaginazione.
Non sarò qui a nominare i vari maestri dai quali ho avuto spunto, poiché in un modo o nell’altro da tutti, nessuno escluso, ho avuto la possibilità di prendere qualcosa, osservando e ascoltando a volte le loro parole, ed a volte il loro silenzio. Quello di cui sono certo è che ogni maestro, volontariamente o involontariamente, consapevolmente o inconsapevolmente, è una fonte di illuminazione per chi ha orecchie per ascoltare i suoi gesti, e occhi per vedere il suo silenzio.
Il primo passo dopo l’iniziazione, nel personale cambiamento operato a mia insaputa all’interno del tempio arrivò con una riflessione che mi è stata sottoposta da uno dei maestri. Lo spunto dal quale sono partito è stato il seguente : qual è l’unico strumento che durante l’iniziazione viene adoperato da un apprendista ? Il Maglietto. Uno strumento di distruzione, con il quale non è possibile costruire ma solamente togliere. Da qui poi ho dovuto obbligatoriamente proseguire da solo, poiché l’arte si impara con la pratica, no vi è altra via.
Il primo lavoro da fare era sicuramente prendermi a martellate, ma esotericamente, quindi dove ? Ho iniziato a martellare tutto quello che poteva essere di ostacolo alla luce, su cui si era basata la mia “conoscenza profana”, i dogmi sui quali si è basata tutta mia formazione, ed uno dei più duri da abbattere è stato quello più radicato in me: la scienza ed il razionalismo. Perché se ci addentriamo nel razionalisimo non potremo far altro che allontanarci dal’esoterismo. O no ?
In realtà se analizziamo la conoscenza durante il corso della storia, essa potrebbe essere considerata un patrimonio ripartito fra scienze “esatte” e scienze “occulte”. Quali sono le caratteristiche che vanno a definire una scienza e determinare se essa sia da considerare esatta o occulta ? Se andiamo ad esaminare l’etimologia delle parola occulto, essa deriva dal latino OCCULTUS, ovvero sottrarre con un velo agli occhi altrui. Pertanto le scienze occulte rappresentavano quella parte di conoscenza nascosta agli occhi, ovvero la conoscenza del mondo non-manifestato, tanto che in epoca Romana al tempo di Tiberio i matematici erano considerati al pari dei maghi e banditi dalla città eterna. Per cui nel corso dei millenni, alcune delle scienze considerate occulte sono transitate nell’insieme delle Scienze Esatte, grazie all’opera di personaggi i quali hanno reso comprensibili tali scienze alla massa, o meglio hanno portato la conoscenza presente nel mondo non-manifestato alla comprensione terrena, descrivendola con leggi o regole che la ragione poteva comprendere.

Per approfondire ciò sono andato a rivedere la vita di uno dei personaggi che più mi ha affascinato e che ritenevo ispiratore nel mio approccio scientifico alla conoscenza delle leggi del mondo moderno : Isaac Newton (1642-1727). Ho sempre conosciuto Newton come scienziato, padre fondatore della fisica classica, e portatore del metodo scientifico. Approfondendo gli studi su un personaggio che ritenevo “la ragione per eccellenza” sono venute meno molte delle mie convenzioni, permettendomi d’altro canto di scoprire il significato esoterico della conoscenza.

Cito testualmente un articolo scritto recentemente su di lui:

… Newton fu il padre, oltre che della fisica classica, anche dell’ormai generale tendenza «metodologica» di trasmettere attraverso la scienza manifesta una dottrina privata. Da buon pitagorico infatti egli riuscì a dissimulare le sue manie segrete, che investivano la sfera magica della natura, dalle quali tuttavia attingeva continuamente per orientare le sue indagini razionali, ed anche le sue norme etiche. Indicative tracce di queste ricerche esoteriche traspaiono, come dicevamo all’inizio, dai suoi manoscritti ancora inediti. Questi scritti, «che ammontano a un milione di parole, costituirono un vero e proprio scandalo. Essi furono universalmente rifiutati, in varie riprese: dalla Royal Society, dal British Museum e da molte università, comprese Harward e Princetown. Venduti all’asta nel 1936, giacciono ora a Cambridge e Gerusalemme, in massima parte inediti». Non è difficile comprendere per quale ragione siano ancora censurati i codici di colui «che per ingegno ha superato ogni altro uomo», alla luce del vivo interesse che questo personaggio nutrì per la filosofia occulta, ed in particolare per la disciplina alchemica. 1
Per me che lavoro nel campo della chimica, il termine alchimista è stato sempre impiegato quasi in maniera dispregiativa, ad indicare qualcuno che solo per tentativi e senza scienza raggiunge un risultato che forse non è in grado neanche di riprodurre. Come poteva allora un grande scienziato come Newton praticare per la maggior parte del suo tempo l’alchimia, e dedicarsi solo marginalmente a quelle poi sono state le scoperte che lo hanno reso celebre e immortale alla memoria ?

 

Andiamo ora avanti. Parallelamente ai miei approfondimenti sull’alchimia, un’altra conoscenza tradizionale attrae la mia curiosità : l’Astrologia. Questo termine oggi denigrato a una semplice previsione del presente e futuro basato sui ritagli di fondo pagina dei quotidiani, era un tempo un’arte della quale pochi erano i conoscitori, i quali a loro volta erano tenuti in grandissima considerazione (al pari degli alchimisti), presso le corti dei re e imperatori fino alla fine del Medio Evo. Di questi personaggi, uno quasi sconosciuto era il consigliere esoterico di Federico II, un tale Michael Scott, che consigliò il regnante nella costruzione di Castel del Monte (ad Andria), e che viene anche citato da Dante nella Divina Commedia :

“Quell’alto che nei fianchi è così poco
Michele Scoto fu,
che veramente delle magiche frode
seppe ‘l giuoco” (I. XX, 115-117)

A seguito dei dubbi suscitati in me da questi approfondimenti vira il mio percorso di apprendista: Alchimia e Astrologia, sono le due conoscenze tradizionali che accompagnano l’uomo fino alla fine del Medio Evo, fin quando l’inquisizione cerca di cancellarne ogni traccia, ed in seguito Rinascimento e Illuminismo iniziano gradatamente a ridicolizzarle, lasciando sempre più il timone della conoscenza alle moderne scienze profane.

Questa trasformazione cosa ha permesso ? L’apertura all’umanità di sapere quali sono gli effetti nel mondo manifestato di una causa ancora sconosciuta o meglio conosciuta ai pochi tenutari della conoscenza tradizionale, lasciando intendere ai profani che nulla esista oltre la materia.
Dovremmo dunque chiederci se in realtà la maggior parte delle scienze profane rappresentano solamente dei residui delle scienze tradizionali, ovvero degli strumenti terreni per misurare gli effetti nel mondo manifesto, che hanno una causa-origine a noi tutt’oggi sconosciuta. Ho ritrovato questo concetto anche nella conclusione della Divina Opera del Sommo Poeta :
“L’amor che move il sole e l’altre stelle” (P. XXXIII, 145), dove forse Dante indica che vi è una forza (o energia) metafisica (l’amore) all’origine di tutti quelle che crediamo regolamentino i movimenti del cosmo ? Le scienze profane allora raccolgono solamente alcune briciole della conoscenza tradizionale, per permettere all’uomo profano di giustificare il presentarsi di alcuni fenomeni.

Nel corso della storia, si è continuamente verificato che la scienza smentisce se stessa, passando dal modello atomico a panettone di Thomson al modello atomico planetario di Rutherford, dal sistema tolemaico (geocentrico) al sistema copernicano (eliocentrico), fino all’ultima recente scoperta che i neutrini sono più veloci della luce, sconfessando la teoria della relatività di Einstein. Sarebbe pertanto estremamente presuntuoso per l’umanità e per la scienza profana credere oggi di essere in possesso di una conoscenza molto prossima alla verità, poiché nulla vieta (visto che la storia si ripropone sempre) che a breve sia elaborata una nuova teoria che accatasti le precedenti in cantina. Le scienze profane, le sole che i moderni conoscano o anzi ritengano possibili, non rappresentano in realtà che semplici residui snaturati delle antiche scienze tradizionali 2.
La strada da percorrere è quindi a ritroso, è non in avanti. Lo stesso V.I.T.R.I.O.L. suggerisce un lavoro verso l’interno, ovvero verso il basso, e non verso l’alto. Non è andando avanti che si può raggiungere la conoscenza, ma andando indietro, andando a ricercare la conoscenza tradizionale, quella conoscenza che sembra ormai inevitabilmente perduta, e della quale non vi sono scritti espliciti e manifesti come del resto non potrebbe essere altrimenti. A questo punto da apprendista mi sembrava di essere in una strada senza sbocco, di essermi perso nel mio cammino esoterico e di non essere più in grado di procedere oltre, poiché senza indicazioni non vi è strada da percorrere, o meglio, ve ne sono troppe.
Il maglietto ha compiuto un lavoro tale da distruggere completamente le pietre sulle quali si basava prima la mia idea di conoscenza: la comprensione e la soluzione di un problema tramite l’impiego della ragione; ma da questo punto di vista, la ragione in quanto terrena rappresenta in realtà un limite.
Tramite essa non si può raggiungere la verità iniziatica. Come procedere allora? E’ da questo punto che sono venute in mio aiuto le civiltà orientali, nello studio delle quali ho appreso che superiore alla ragione vi è la meditazione dove interviene l’intelletto, strumento per aprire il terzo occhio di Shiva, o il terzo volto di Giano, o il sesto senso, cioè la capacità extra-sensoriale di vedere quello che è presente oltre il mondo manifestato, comprendere “l’amore” di Dante che tutto regola. L’illuminato potrebbe quindi, seguendo un processo inverso, migliorare l’umanità profana, mettendola a conoscenza di quello che ha gnosticamente appreso, traducendolo tramite le leggi fisiche comprensibili alla ragione ed al metodo di misura della materia, unica possibilità di comprensione per i profani.
Nel processo dell’iniziato verso la conoscenza, la meditazione si deve quindi sostituire alla ragione, per procedere in una ricerca verso il basso, ovvero verso la verità che si perde nella notte dei tempi.
Ma quali istruzioni, quali tracce, quali indicazioni di percorso ci sono state date o tramandate, per darci la possibilità di ritrovare quella conoscenza tradizionale che tutto spiega ?

Se consideriamo i cicli evolutivi delle civiltà che hanno popolato la terra, come era possibile garantire che un qualsiasi testo, scritto in un qualsiasi linguaggio, potesse superare tutti i cataclismi e le estinzioni di cui la storia ci narra, e trasmettere ai posteri gli strumenti per raggiungere la conoscenza ? Questo se parliamo di scrittura come è a noi nota, cioè la sequenza di caratteri per esprimere un concetto, un sostantivo, un’immagine, un’azione o un’idea. Tutto ciò è estremamente vulnerabile al processo storico.
Quello invece a cui la massoneria ci mette di fronte è uno strumento che è in grado di tramandare questa conoscenza inalterata nonostante le evoluzioni delle civiltà e le lingue conosciute: Il Simbolo. Sicuramente lungi da me essere oggi in grado di interpretare i numerosi simboli che ci vengono messi a disposizione, ma ciò che rappresenta un’altra martellata nel percorso del maglietto, è proprio quello di essere consapevole di avere a disposizione nei simboli una conoscenza e delle indicazioni sul percorso da portare avanti nella strada verso la conoscenza.
Quindi dall’essere nato e cresciuto avendo ragione e scrittura come pilastro per l’erudizione, sono passato a dubitare sul fatto che meditazione e simboli siano la strada verso la conoscenza.
La massoneria, o meglio il tempio, è forse quindi il luogo nel quale è possibile il passaggio tra l’occulto e l’esatto, tra conoscenza e scienza, per il benessere dell’umanità, come è sempre ricordato all’inizio dei nostri architettonici lavori ?
Se ci riferiamo al concetto platonico dell’iperuranio, esso rappresenta il luogo in cui sono presenti gli archetipi ovvero tutte le idee-immagini raggiungibili solamente dall’intelletto e non dalla ragione, in quanto essa è terrena e legata alla materia, e detti archetipi si trovano in una dimensione spirituale.
Perciò solo un iniziato ha le possibilità di trascendere (in quanto l’iniziazione stessa risveglia le capacità latenti in noi presenti), meditando sui simboli, verso la conoscenza reale, e portare nella dimensione terrena tali idee immutabili e perfette, trasformando perciò una scienza occulta in una scienza esatta. È forse questo il lavoro che i grandi massoni del ‘700 sono riusciti a fare?
Questo periodo storico di passaggio, coincide perfettamente con il periodo di passaggio dalla massoneria operativa alla massoneria speculativa con la costituzione di Anderson del 24 giugno 1717. Nella massoneria però vi è comunque una continuità per riti e simboli che continuano a tramandarsi ed i quali sono da considerare strumenti per la conoscenza, attraverso i quali riattivare le capacità latenti risvegliate con l’iniziazione nei membri che ne vengono prescelti.
È per questo che in ogni tornata a mio avviso è da tenere particolare attenzione alla ritualità ed alla concentrazione meditativa nella quale devo impegnarmi nel prendervi parte, perché solo così possiamo avere l’attivazione delle nostre capacità sensoriali che vanno oltre il mondo manifestato.

E in questo modo che ho usato il maglietto sul mio Sé, e questo lavoro è stato rafforzato da una frase che ho impresso nella mia mente, e che cerco di tenere davanti a me ogni momento della mia giornata, quando mi trovo di fronte ad una scelta o ad una riflessione. Noi siamo uomini del dubbio. Prima avevo delle certezze, dei pilastri incrollabili, oggi cerco di mettere in dubbio ogni mia lettura, ed ogni mia conclusione. Più volte ho messo in dubbio questa tavola stessa, non per distruggere, ma per illuminare la mia via.
Queste conclusioni non vogliono e non sono le soluzioni del primo grado, per il loro stesso contenuto non lo possono essere poiché solamente acquisendo tali consapevolezze, e modificando il proprio modo di pensare si possono effettivamente far proprie.
E’ un lavoro puramente personale, che serve esclusivamente a me per focalizzare il mio apprendistato, e trovare il punto di partenza per il prossimo grado che mi aspetta.
Non so ancora quale sarà il prossimo strumento, ma quello che so è che nel nostro tempio e nei nostri fratelli troverò sicuramente tutte le indicazioni, seppur a volte celate, per proseguire il mi percorso.
Ho detto.
Ispirazione :
Tutti i FFrr. Maestri, Compagni d’Arte e Apprendisti Castel del Monte
Bibliografia :
La via Iniziatica Tradizionale (M. Bizzarri)
Le Radici Esoteriche della Massoneria (M. Bianca – N.M. di Luca) Oriente e Occidente (R. Guenòn)
Il Simbolismo Massonico
Dell’Alchimia e della Pietra Filosofale (S.Tommaso d’Aquino) Forme Tradizionali e Cicli Cosmici (R. Guenòn)
La Gnose (maggio 1910)
Fedro (Platone)
La Lettera G
E:.V:. 2012

R.:L.: Resurrezione 144 all’Oriente di Civitanova. È lo spirito che la anima.
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