L’erbario

L’ ERBARIO E LE PREPARAZIONI ERBORISTICHE NELLE ANTICHE FARMACIE DEI MONASTERI .LA NATURA E IL LAVORO DEI MONACI AL SERVIZIO DELL’ UOMO​

“Est opus occultum veri sophi aperire terram ut germinet salutem pro
populo”

Si chiude con questa Tavola ,legata alla precedente sul laboratorio
alchemico galenico e a quella dedicata al giardino dei semplici e all’ hortus
conclusus un ciclo che iniziai nell’ anno di V.:L.: 2004 .Parlai dei Monti
Sibillini ,della Valnerina e delle sue diramazioni , dei piccoli insediamenti di
straordinaria bellezza che le animano ,dei loro tesori d’arte, di cultura
,natura e spiritualita’: un riferimento storico e uno scenario ideale per
chi ama la ricerca delle proprie radici . Ho citato e a volte ripreso
integralmente il contenuto di pubblicazioni, periodici e libri che mi hanno
appassionato Ho filtrato con la memoria ,l’ esperienza e i vissuti personali
il contenuto di libri ,di brevi saggi e articoli scritti da altri. Ho gia’ parlato
del radicamento nella cultura cristiana delle comunita’ dei “monti azzurri”
ma anche dei miti e delle leggende che hanno reso molto complessa,
articolata e ricca la loro storia sin dall’ antichita’. La citazione ,presente
nelle altre Tavole ,di alcune regole dei benedettini non costituisce per i
Fratelli un motivo di equivoco. La storia sottopone alla nostra attenzione
avvenimenti, contesti e correlazioni di cui dobbiamo tenere conto . Un
filosofo idealista tutt’ altro che” organico” alle gerarchie ecclesiastiche
,al mondo della cristianita’ e altrettanto lontano dalla nostra
Istituzione , scrisse un saggio intitolato :
“ Perche’ non possiamo non dirci cristiani”.
Croce si riferiva alle radici di una cultura con cui , indipendentemente dal
nostro credo e dall’ insieme delle nostre convinzioni , “dobbiamo fare i
conti “ .Il messaggio contenuto nel libro del filosofo abruzzese acquista
con il passare del tempo un valore crescente .Il confronto tra culture ,
tradizioni e religioni differenti ci impone comportamenti equilibrati ,
meditati e consapevoli , improntati alla tolleranza e al principio di laicita’
intesa nell’ accezione piu’ elevata del termine . La nostra Istituzione ha
fatto suoi da sempre valori che ripudiano il dogmatismo ,gli assiomi ,i
pregiudizi. Forti dell’ identita’ su cui fondiamo la nostra etica, siamo
aperti al dialogo e disponibili al confronto. Mi ha fatto piacere ritrovare
nella splendida Tavola scolpita per la R.:L.: Quatuor Coronati di Perugia e
trascritta nel volume dedicato ai Templari alcune analogie con argomenti
che ho trattato. Il Fr.: Sinibaldi sottolinea il ruolo dell’ ordine
benedettino nella trasmissione dell’ eredita’ culturale del mondo antico e
nella rifondazione della civilta’ europea.
Se il M.:V.: e i Frateli della nostra R.: L.: lo riterranno utile, potremo
riannodare il discorso cominciato nell’ anno di V. L. 6004 con la mia prima
Tavola illustrando il risultato di ricerche personali e le considerazioni che
ne derivano sui Templari .I Milites Templi potranno accompagnare almeno
una parte dei nostri lavori con la loro eredita’ e con il fascino che ne
circonda le vicende tormentate e complesse.
I monaci benedettini, cistercensi ,trappisti ,certosini furono maestri nel
creare erbari .Studiarono , riconobbero , classificarono ,conservarono ed
usarono le specie vegetali a scopo medicamentoso.
Le operazioni fondamentali compiute dagli erboristi consistevano nell’
essiccazione ,nel fissaggio, nella conservazione .
Il prodotto finale del processo di elaborazione compiuto dall’ erborista
veniva raccolto in contenitori di forme e destinazioni differenti , i vasi da
farmacia .
Col passare del tempo e con il raffinarsi delle tecniche creative i
contenitori hanno subito variazioni e hanno superato i limiti dell’
artigianato per sconfinare nell’ arte della ceramica e della terracotta .
Procedo ora a trascrivere l’elenco delle forme ,dei contenitori e di alcune
preparazioni farmaceutiche descritte con minuzia e competenza in una
pubblicazione letta dopo una visita all’ Abbazia di Sant’ Eutizio. Il merito
del lavoro va esclusivamente all’ autore del breve saggio .
“L’ albarello fu la prima forma di contenitore da farmacia . Imita la canna
di bambu’ usata per l’ imballaggio e per il trasporto delle droghe
dall’Oriente nel XIII secolo .E’ adatto a conservare medicamenti pastosi
e confetture .
Alto dai 15 ai 30 centimetri , la sua sagoma ha una foggia a rocchetto
,con due bombature o con il corpo allungato.
L’ orcio e’ un vaso di terracotta utilizzato per accogliere l’ olio e altri
prodotti liquidi. E’ fornito di manici ,di una bocca ampia e spesso di un
cannello destinato a far defluire agevolmente i liquidi . Misura 20
centimetri.
La brocca e’ un vaso ovoidale :ha un solo manico piatto .La svasatura la
distingue dal boccale,dotato invece di un beccuccio che lo caratterizza .
L’ idria e’ un vaso panciuto a due manici : veniva utilizzato dagli speziali
per contenere le acque cui aggiungevano distillati di erbe e fiori.
La fiasca ha un profilo globulare , il collo corto e la bocca grande .
La bottiglia ,di forma cilindrica o globulare ha il collo allungato e la
bocca piccola . La fiasca e la bottiglia erano usate per contenere i liquidi
di distillazione e i vini medicinali.
Il pilloliere ha una forma cilindrica e un coperchio ad incastro. Serviva a
conservare le pillole medicinali preparate dallo speziale e a proteggerle
dall’ aria e dall’ umidita’.
L’ unguentario ,di forma cilindrica e piccole dimensioni , era usato per
consegnare un unguento al paziente . L’ unguento ,molto usato
anticamente ,consisteva nella fusione di erbe polverizzate con grassi di
origine vegetale o animale .
L’ elettuario era un preparato medicinale composto dal succo di vegetali
miscelati con lo zucchero e il miele . Ai succhi vegetali venivano mescolate
sostanze di origine animale ( come nel caso della Teriaca, il medicamento
piu’ noto della farmacopea tradizionale) .
La preparazione erboristica e’ necessaria per estrarre e utilizzare i
principi attivi contenuti nelle piante medicinali. Le forme erboristiche piu’
note sono :
la tintura madre : si ricava lasciando macerare lentamente a freddo le
piante fresche o essiccate in una soluzione di acqua e alcool. Le proprieta’
estrattive dell’ alcool fanno si che la concentrazione dei principi attivi sia
molto alta nella tintura madre . Di solito un Kg di “droga “ si ottiene da 10
litri di miscela idroalcolica: e’ intuibile che per i semi e le radice il tempo
di estrazione sia piu’ lungo che per le foglie o le gemme .
L’ estratto e’ un prodotto liquido ottenuto immergendo la pianta essiccata
in un solvente come l’ acqua o l’ alcool .La soluzione viene fatta evaporare
fino ad ottenere la concentrazione desiderata ,talora sino al completa
scomparsa ( estratto secco ).
La compressa : preparazione erboristica monodose ottenuta per
compressione meccanica a secco di polveri in appositi stampi. E’ ricca di
principi attivi ed e’ noto che si assume per bocca .
L’opercolo,e’ una forma farmaceutica moderna monodose consistente in
capsule gelatinose ripiene di preparazione erboristica ,ad esempio,un olio
o un estratto secco da assumere per bocca.
L’ unguento e’ una preparazione erboristica di consistenza pastosa
contenente un estratto alcolico ed un olio,impiegato per uso locale
esterno. Si frizionavano le parti doloranti con l’ unguento all’ arnica ,molto
noto.
L’ olio essenziale si ricava da diversi procedimenti , :il principale e’ la
distillazione in corrente di apore . L’ essenza ricca di principi attivi e
contenuta spesso nei fiori e nelle foglie ,ma no solo , contraddistingue le
piante aromatiche tra le quali rientrano le specie comuni utilizzate in
cucina ( salvia , basilico , rosmarino)o nell’ industria dei profumi ( lavanda
sandalo e verbena ).Gli oli essenziali sono molto utilizzati per i massaggi e
per gli impacchi .
Le tisane sono una forma medicinale semplice ricavata per mezzo della
forza estrattiva dell’ acqua . E’ una miscela di varie erbe che messe in
acqua liberano i principi attivi idrosolubili .La tisana si ottiene per
decozione o infusione .Nella decozione le erbe vengono messe in acqua
fredda in recipiente chiuso che poi si porta ad ebollizione e si lascia
bollire per il tempo necessario ad estrarre i principi attivi. E’ il metodo di
elezione indicato per le parti vegetali piu’ dure :cortecce ,radici , semi.
L’ infusione consiste nel versare acqua bollente sulle erbe e nel lasciare
trascorrere 5-10 minuti ,filtrando poi il tutto e bevendolo. Il recipiente
deve essere di ceramica o terracotta ,materiali adatti all’ estrazione dei
principi attivi .Miele e zucchero integrale si ossono utilizzare per
dolcificare il tutto.
La macerazione : e’ il tipo di preparazione che richiede una quantita’ di
tempo superiore ad altri procedimenti per l’ estrazione dei principi attivi.
La macerazione del erbe avviene sempre a freddo in solventi come il vino l’
aceto l’ olio , che ,impedendo la penetrazione dell’ aria , impediscono il
processo di fermentazione . Alla fine tutto viene spremuto con un torchio
e il liquido ottenuto ( “ macerato”)si lascia riposare ,poi viene filtrato con
cura . Classici esempi di macerazione alcolica casalinga sono i liquori alla
frutta e alle erbe . Un tradizionale macerato oleoso e’ l’ olio di iperico .
I prodotti ( decotto , infuso , macerato) vengono bevuti o usati in altro
modo .
Il bagno medicinale :immersione totale o parziale del corpo in acqua cui
vengono aggiunti un infuso o un decotto alle erbe .Questo procedimento
era utilizzato soprattutto per i neonati ( infuso di avena e di malva :
purificavano a pelle e facilitavano il sonno).
Il cataplasma : preparazione molle ottenuta da decotti di erbe o farine di
semi,cortece radici ,che veniva applicata su una parte del corpo ed aveva
effetti cicatrizzanti emollienti ed antiinfiammatori.
Un cataplasma noto e’ quello di farina di semi di lino applicato sul petto
per curare raffreddori o bronchiti .
Il fomento : trattamento locale praticato in genere con garze imbevute di
preparazioni erboristiche liquide .I fomenti a base di decotti di camomilla
contro le infiammazioni oculari ne sono un classico esempio.
Le fumigazioni: si immergono erbe aromatiche in un recipiente di acqua
bollente e si aspirano profondamente i vapori prodotti .Le inalazioni a
base di timo ed equiseto curavano le affezioni della gola e delle vie
aeree .Con questo metodo possono essere disinfettati anche gli ambienti
,le erbe utilizzate a questo scopo erano il timo , l’eucalipto, il rosmarino ,
la canfora ,altre ancora .
Il colluttorio: prodotto di un infuso o di un decotto destinato alla cura del
cavo orale . Azione disinfettante o decongestionante .In caso di
infiammazione dela bocca e’ utilizzato tuttora un collutorio a base di
menta , salvia , eucalipto.Ancora piu’ nota e’ l’azione positiva esercitata
sulle gengive infiammate dal decotto di malva.
Lo sciroppo : risultato della cottura a fuoco lento di un decotto ,un infuso
o un macerato ai quali si aggiunge dello zucchero o miele per impedire la
fermentazione .Ne deria il tipico aspetto fluido e vischioso.Uno sciroppo
molto utile per la tosse e’ quello di grindelia e di propoli.
Il vino medicinale si ottiene invece macerando nel vino parti legnose delle
piante ( radici e semi) .Si prepara cosi’ l vino alla cannella o ala genziana o
il vino di assenzio ,ottimo per i dolori di stomaco e per i problemi di
digestione .
L’ Aconito ,noto sin dall’ antichita’ come pianta mortale ,era collegata a
Cerbero,il cane posto a guardia degli inferi. Fortunatamente la parte in
cui e’ concentrato l’ insieme di sostanze tossiche che chiamiamo veleno e’
la radice. Difficilmente viene raccolta ,ma di frequente viene confusa con
un’ altra varieta’ di pianta . I sintomi dell’ avvelenamento sono il torpore ,
il gonfiore della lingua , l’ insensibilita’ . Pietro Andrea Mattioli ,nel
1554,scrisse che questa pianta e’ i grado di uccidere i lupi e che mangiata
in piccole quantita’ altera la coscienza provocando tremori ,vertigini
.sonnolenza . Malgrado la tossicita’ ,l’ aconito e’ indicato in terapia come
analgesico ,contro i reumatismi,i dolori articolari , l’ epilessia e l’asma.
Lo stramonio.e’ una pianta originaria dell’ Asia meridionale e diffusasi in
Occidente a partire dal IV secolo a.C.E’ citata gia’ nel mondo greco
romano( Ipoccrate , Dioscoride , Plinio , Galeno)per le sue proprieta’
anestetiche e come rimedio contro l’epilessia .In eta’ moderna , e’ stato
usato come calmante e antistatico.Nel 18° secolo ebbe notorieta’ come
tossico , : l’ indicazione come antiasmeatico raggiunse l’ Europa solo alla
fine del’ Ottocento. Oggi da questa pianta si estraggono sostanze
analoghe a quelle della Belladonna ,usate prevalentemente come
anestetici.
L’ erbario figurato e’ il documento fondamentale per la storia della
Medicina e della botanica poiche’ custodisce ,per ogni periodo storico , l’
intero patrimonio di conoscenze relativo alle piante analizzate sia dal
punto di vista scientifico sia da quello terapautico.
Dal 1200 al 1400 gli erbari servivano a fornire notizie sulle proprieta’
terapeutiche delle piante medicinali, raffigurate in modo approssimativo.
In seguito ,con l’ affermazione della scienza botanica l’ attenzione fu
rivolta alla classificazione ed al riconoscimento delle piante: il
perfezionamento tecnico dell’ illustrazione e l’ introduzione del colore ne
aumento’ il valore scientifico e documentario. La nuova immagine nacque
dalla collaborazione tra artista e naturalista .Era chiaro ,finalmente ,che
la sola descrizione della pianta priva della sua immagine determinava
equivoci e creava confusione
I primi erbari editi a stampa risalgono all’ inizio del 1500. Nella biblioteca
abbaziale gli erbari piu’ antichi sono del XVI secolo .Tentano di fornire al
lettore la rappresentazione delle erbe quanto piu’ simili al loro aspetto
naturale . La tecnica usata e’ la xilografia .
Nel 1542 Leonarth Fuchs inserisce nel suo erbario ,De Historia stirpium ,
xilografie acquarellate che contribuiscono all’ identificazione della pianta
tramite il colore dei fiori e dei frutti. Pregevole l’opera del botanico
italiano Pietro Andrea Mattioli ,che inserisce nei suoi erbari xilografie
originali accanto al testo o a piena pagina.
Un salto di qualita’ si deve a Basilius Besler ,botanico e farmacista di
Norimberga che pubblica nel 1613 il florilegio Hortus Eystettensis,
corredato da 367 incisioni calcografiche .
Nelle incisioni di Besler l’ interesse artistico non e’ inferiore a quello
scientifico-naturalistico. Grazie ala calcografia la pianta e’ rappresentata
in altri erbari scomposta nelle sue parti a scopo didascalico.
La litografia, introdotta alla fine del 700 , segna un progresso ulteriore
dell’ illustrazione botanica e coincide con la pubblicazione dei manuali
universitari.
Un Fratello cui dobbiamo molto e particolarmente versato in materia
potrebbe aiutarci a comprendere le tecniche e le modalita’ di elaborazione di quelli che considero ,anche ora che la tecnica dei designers supera
l’immaginazione,veri capolavori di inventiva e creativita’ .
Rivolgo questo invito a chi ha reso possibile la realizzazione della trilogia che qualifica
in modo esemplare i lavori della

R.:L.: Resurrezione 144 all’Oriente di Civitanova. e lo spirito che la anima.

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R.·.L.·. RESURREZIONE 144